L’angolo di Eupalla di oggi si sofferma sull’equilibrio, quello che sembra destinato a perpetuarsi a lungo nel Campionato di Serie A. Ciononostante, non si escludono possibili sorprese
Di: Andrea Panziera
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Non era difficile prevedere che, dopo la giornata di Coppe, tutte le big avrebbero stentato. L’andamento dell’ultima di Campionato suona come una conferma di tutte le annotazioni precedenti: chi è libero da impegni di Champions o Europa League, e quindi può allenarsi e preparare tutte le partite in funzione della sola competizione nazionale, è nella condizione di affrontare le squadre più blasonate con più tonicità e con la testa libera da altri pensieri.
Accade così che Juve, Inter e Milan trovino difficoltà non previste e riescano a portare a casa un risultato positivo in extremis. Oppure, che si facciano raggiungere dopo essere passate in vantaggio per sopraggiunti limiti di autonomia o magari per stanchezza mentale, causa in molti casi di disattenzioni fatali.
Sicuramente, rispetto agli altri anni, gioca un ruolo fondamentale il calendario, che non concede a chi partecipa a competizioni internazionali un attimo di sosta. Un problema, se si considera che la stagione precedente è terminata ad agosto inoltrato. In più ci si mettono gli impegni della Nazionale, con il rischio che allo stress psicofisico si sommi anche il rischio di contrarre il Covid. Era forse il caso che la UEFA diradasse gli incontri, cosa che sicuramente non sarebbe dispiaciuta a nessun club di primissimo livello, ma tant’è.
Una ulteriore conferma che ci lascia in eredità l’ultima tornata di partite è la dipendenza di quasi tutti i team, nel bene e nel male, da quei 2-3 giocatori che possono fare la differenza. I nomi sono i soliti: Ibrahimovic, Lukaku, Ronaldo, etc. E, al momento, non si vede all’orizzonte nessuna compagine che possa primeggiare in forza di un collettivo chiaramente superiore.
Il caso dell’Inter risulta da questo punto di vista emblematico. Quello che lo scorso anno era sicuramente il reparto più forte dell’intera Serie A, ovverosia la difesa, quest’anno ha già incassato un numero inusitato di reti. Tutti i suoi componenti, nessuno escluso, mostrano a turno insufficienze gravi, dovute a distrazione o condizione fisica ancora approssimativa; e queste insufficienze incidono in misura determinante sull’esito delle partite.
In questi casi, la dietrologia pedatoria si sbizzarrisce in ipotesi inverosimili, che “fanno audience”, ma sono lontane mille miglia dal vero. La più comune tra le tante è che qualcuno giochi contro l’allenatore. In verità, è la qualità media di tutte le squadre che non è all’altezza di qualche anno fa: mentre i più bravi hanno lustri di carriera sulle spalle, i sostituti o non sono all’altezza o mancano del tutto.
In conclusione, forse mai come quest’anno l’equilibrio attuale pare destinato a perpetuarsi ancora a lungo. Non escluderei a priori qualche sorpresa, magari non per la lotta allo scudetto, ma sicuramente per le posizioni di immediato rincalzo.