Kamani: “Lucia è il ruolo dei miei sogni”. “Verona è una città magica, un palcoscenico naturale”. “Leo Nucci e Daniel Oren sono i maestri del mio cuore e con loro ritornerò a Verona per ‘Un ballo in maschera’”. “Il maestro Oren mi ha ammazzato di prove ma ha fatto bene”. “Più entri in questo mondo, più è bello, ma più è difficile da affrontare”. Giovedì 30 gennaio alle ore 20:00 e domenica 2 febbraio alle ore 15:30 le recite di Enkeleda Kamani in Lucia di Lammermoor
(intervista a cura di Roberto Tirapelle)
Signora, è reduce dall’Opera di Muscat?
“Sì, sono arrivata un giorno prima di iniziare le prove a Verona da Muscat, dove ho cantato Il Flauto Magico nel ruolo di Pamina, regia di Livermore, direzione Fasolis. A Muscat si lavora molto bene, sono tutti tranquilli, c’era un bel cast. È andata bene, abbiamo inaugurato il nuovo Teatro, più piccolo di quello più famoso e molto vicino. Un pubblico composto da moti turisti europei. Un capodanno con 27 gradi.”
Dall’Albania all’Italia il passo è breve?
“Dipende. Ho sempre amato l’Italia perché qui è nata l’Opera e i compositori che amo. È sempre stata per me un punto di riferimento, di arrivo. Ho studiato tantissimo in Albania per essere pronta ad affrontare l’Italia. Finiti gli studi in Albania sono venuta in Italia.”
“Lucia di Lammermoor”, cr.ph.Ennevi, Fondazione Arena
Parliamo di Lucia di Lammermoor. È un doppio debutto, sia per Lucia che per Verona?
“Mi sento veramente onorata di essere in questa città magica perché, secondo me, è un palcoscenico naturale. Sono fortunata a poter debuttare in questo personaggio, perché è il ruolo dei miei sogni, mi affascina tantissimo. Fino a pochi mesi fa non ero pronta per il ruolo e non riuscivo nemmeno a studiare, non pensavo di poterlo interpretare come lo avevo sognato. Quando me lo hanno proposto, ho cominciato a tremare.”
Da quanto studia il ruolo?
“Lucia la so a memoria da una vita, però dal punto di vista dello studio tecnico da poco. I miei maestri mi hanno detto “sei pronta, ti devi buttare”.
Quali sono stati i suoi Maestri?
“In Albania ho studiato con il Maestro Giuseppe Gipali, tenore, che canta in Italia da oltre venti anni, mentre in Accademia alla Scala ho avuto come docente principale la Signora Luciano D’Intino, la Signora Eva Mei e come Masterclass il Maestro Bruson.”
Ritornerà a Verona alla fine di quest’anno per Un ballo in maschera. È una situazione interessante, cosa ci può raccontare?
“È vero, ritorno al Filarmonico con questa produzione che avrà la firma alla regia di Leo Nucci e alla direzione d’orchestra del maestro Daniel Oren. Loro sono diventati i maestri del mio cuore dal debutto con loro alla Scala in Rigoletto l’anno scorso.”
Per inciso, ho sentito dire che anche il Maestro Oren sta avendo dei debutti
“Ha debuttato alla Scala con Aida nel 2018 e io facevo la Sacerdotessa. Con Un Ballo in maschera debutta al Filarmonico nell’opera. Una assoluta meraviglia”.
Il suo primo lancio in Italia è stato il Concorso AsLiCo. Quanto a suo parere è importante quel concorso?
“Per me è stato il concorso più importante, mi ha permesso di entrare in Italia. Ho conosciuto dei direttori artistici che mi hanno ascoltato. Nel 2015 avevo fatto un concorso in Albania e in Giuria c’era la Signora Lomazzi (nda del Teatro Sociale di Como). Mi disse: ‘Se vieni in Italia, noi facciamo Il Flauto Magico e la tua voce è adatta’. A Como ho lavorato molto con il Maestro Federico Maria Sardelli, bravissimo nella preparazione del barocco. Il Concorso mi ha permesso di fare un Tour teatrale (Como, Brescia, Pavia, Bergamo, Cremona)”.
Tutto questo le ha permesso di fare l’Accademia della Scala?
“Dalla Albania sognavo La Scala e l’unico modo per entrarvi era l’Accademia. Mi sono preparata tantissimo e ho vinto. L’Accademia mi ha permesso di fare molte produzioni alla Scala a cominciare dalle Opere per bambini. È stata una grande soddisfazione vedere i bambini interessati all’opera. Poi ho fatto tre produzioni importanti tra le quali Rigoletto”.
Ecco, ci parli del suo debutto in Rigoletto con Leo Nucci e Daniel Oren
“Fare un debutto con due leggende della musica era emozionantissimo. Entrambi ci hanno aiutato moltissimo. Ricordo che il Maestro Oren mi ha ammazzato di prove, ma ha fatto bene. Porterò questa esperienza sempre nel mio cuore.”
Da artista delle nuova generazione, cosa si sente di dire alle nuove generazioni di cantanti?
“È una domanda difficile. La voce non è tutto. La voce è un dono che ti dà Dio, quello che conta di più è il lavoro che bisogna fare ogni giorno e l’amore che devi avere per questo mestiere molto difficile. Più entri in questo mondo, più è bello, ma più è difficile da affrontare. Se veramente ami questo lavoro, devi credere in te stesso, altrimenti è difficile andare avanti.”
Parla molto bene l’italiano. Ha studiato dizione alla Scala?
“Non l’ho mai studiato, volevo fare dizione alla Scala ma non lo hanno ritenuto necessario.”
Enkeleda Kamani in Lucia di Lammermoor
La Stagione Lirica 2020 al Teatro Filarmonico è stata inaugurata domenica 26 gennaio portando in scena uno dei titoli più conosciuti e rappresentati di Gaetano Donizetti: Lucia di Lammermoor. Il cast è guidato da Andriy Yurkevych, al debutto operistico al Filarmonico dopo un impegno sinfonico nel 2010. Ruth Iniesta ed Enkeleda Kamani daranno voce a Lucia a fianco di Enea Scala e Pietro Adaini nel ruolo di Sir Edgardo di Ravenswood. Alberto Gazale e Biagio Pizzuti vestiranno i panni di Lord Enrico Ashton, mentre Simon Lim darà voce a Raimondo Bidebent. Enrico Zara sarà Lord Arturo Buclaw eRiccardo Rados sarà Normanno. Infine, Lorrie Garcia interpreterà il personaggio di Alisa. La produzione vede impegnati l’Orchestra, il Coro – preparato per la quinta stagione da Vito Lombardi – e i Tecnici dell’Arena di Verona.
(cr.ph. Rudy Amisano)
Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Fondazione Arena