Un Verona rimaneggiato lotta in inferiorità numerica contro il Torino ma non basta: al Bentegodi vincono i granata

Di: Nicola Sordo

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Follia. La parola che forse meglio descrive la gara del Verona contro il Torino. Follia è l’assurda gomitata di Dawidowicz, che lascia i gialloblù a lottare in dieci uomini per 80 minuti e oltre; follia sono gli errori difensivi, di Coppola in primis, che permettono ai granata di sbancare il Bentegodi; follia è che il Verona per una porzione di secondo tempo, assediato e in inferiorità numerica, abbia quasi agguantato , meritatamente per il carattere, il pareggio. I primi dieci minuti sembrano un deja vù di Verona-Lazio, giocata lunedì. Torino avanti subito con Sanabria, titolare a sorpresa, che ringrazia il buco difensivo gialloblù per andare a timbrare l’1-0. 120 secondi è quanto dura il vantaggio del Toro, fino cioè al siluro di Kastanos, imbeccato da Lazovic su uno schema da calcio d’angolo, che rianima il Bentegodi colpito a freddo. Poi il patatrac, una leggerezza che un giocatore dall’esperienza e dal carisma di Dawidowicz non si può permettere. Gomitata gratuita, in area, a gioco in svolgimento, rosso diretto e calcio di rigore. Non ci sono scusanti. Stavolta Sanabria è magnanimo e dagli undici metri calcia sul palo, concedendo a Zanetti il tempo di ragionare con il risultato ancora sull’1-1. Il Verona anche venerdì si è presentato in emergenza, il piano gara è saltato in un battito di ciglia e con un uomo in meno le alternative diventano poche. La squadra di Vanoli attacca, flirta con il gol e poi arriva la sentenza Duvan Zapata, che sovrasta Magnani sul cross preciso di Lazaro e batte Montipò.

Nella ripresa Zanetti ridisegna il suo Hellas, difesa a cinque e ripartenze cercando di sfruttare la gamba di Tchatchoua, oggi in giornata storta tecnicamente. La strategia paga poco, il copione dei primi 20 minuti è un monotematico possesso del Torino che staziona nella metà campo gialloblù senza riuscire ad affondare. I cambi a metà frazione danno invece lo sprint giusto: Livramento e Mosquera ridanno nuova linfa al Verona, il Bentegodi torna a ruggire e l’incitamento porta la squadra di Zanetti a rendersi pericolosa davanti. Nel miglior momento dell‘Hellas, arriva però l’ennesima frittata, stavolta a firma Diego Coppola, colpevole di un retropassaggio impreciso che manda fuori giri Magnani. Che Adams penetra centralmente e da fuori cala il tris. Il destino appare segnato, ma fino al triplice fischio i gialloblù lottano con cuore e determinazione, riuscendo ad accorciare con Mosquera. Il cronometro, tuttavia, segna il minuto 93. È troppo tardi, Marinelli fischia tre volte e condanna il Verona alla seconda sconfitta consecutiva.

Gli spunti di Verona-Torino

Sicuramente da sottolineare il carattere che la squadra di Zanetti ha dimostrato lottando in inferiorità numerica. Partiamo dalle considerazioni positive: ancora una volta, il migliore dei gialloblù è Reda Belahyane. Prestazione maiuscola in entrambe le fasi, giocatore che se mantiene questa fame avrà un futuro radioso. Impreziosisce la sua prestazione con l’assist finale per Mosquera, frutto di un suo caparbio recupero in area del Torino. Sta diventando una colonna di questo Verona. Meno bene il suo compagno di reparto Dani Silva, anche se a tratti sembra avere buoni spunti. Positivo l’impatto dei due subentrati nella ripresa, Livramento e Mosquera, che danno la giusta scossa seppur non sia sufficiente per evitare la sconfitta. Passiamo alle note dolenti: la fase difensiva. Il buco sull’1-0 è grave, sbagliati i posizionamenti sul 2-1 (non perfetto neanche Montipò), stendiamo un velo pietoso sul terzo gol. Errori di superficialità che non sono perdonabili in Serie A, tra i tifosi c’è chi auspica di vedere in campo Ghilardi, centrale di belle speranze frutto del vivaio. Qualcosa Zanetti dovrà inventarsi, perché diventa pericoloso giocare col fuoco e regalare continuamente gol agli avversari. Chiudiamo con una menzione per Mathis Lambourde, giovanissimo esterno entrato negli ultimi minuti della sfida. Troppo poco per dare un giudizio, si tratta di un classe 2006 arrivato il 31 agosto dal Rennes. Il tocco di palla sembra interessante, Zanetti ha voluto premiarlo con l’esordio in Serie A. Vedremo se si trasformerà nell’ennesima magia del ds Sogliano.