Apre a Varese, alla Fondazione Marcello Morandini, la mostra “Colours in a square – Works from the Marli Hoppe-Ritter Collection”
Di: Maria Mele
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Apre a Varese alla Fondazione Marcello Morandini la mostra “COLOURS IN A SQUARE – WORKS FROM THE MARLI HOPPE-RITTER COLLECTION”; per la prima volta in Italia alcune tra le maggiori opere del Ritter Museum.
Uno spazio nuovo per la città, aperto a tutti, accessibile e inclusivo. Così Marcello Morandini ha immaginato il suo museo, quando ha avviato i lavori di restauro di Villa Zanotti, magnifico esempio del patrimonio architettonico di Varese del primo Novecento.
Fondazione Marcello Morandini
Restaurata con cura dall’intervento dell’architetto Corrado Tagliabue, e trasformata in tre anni di lavori in uno spazio museale dove il mondo di forme del maestro si integra con la memoria storica della dimora, la Fondazione Marcello Morandini occupa oltre 930 metri quadrati articolati su quattro piani, circondati da un grande parco con alberi secolari e piante esotiche.
Scopo della Fondazione, nata nel 2016 con l‘obiettivo appunto di realizzare questo museo dedicato alla conservazione e valorizzazione delle opere d’arte, design e architettura di Marcello Morandini, è anche quello di promuovere la conoscenza dell’Arte Concreta e Costruttivista, movimento culturale internazionale ricco di altissime espressioni che spaziano dalle arti visive, alla letteratura, all’architettura, alla musica, di cui la Fondazione intende diventare il punto di riferimento in Italia e non solo, attraverso la realizzazione di mostre, conferenze e pubblicazioni.
Ed ecco allora che dal 26 Novembre 2022 al 16 Aprile 2023 presso la Sede della Fondazione viene allestita la mostra “Colours in a Square – Works from the Marli Hoppe-Ritter Collection”, curata da Barbara Willert (direttrice del Museo Ritter), che porta in Italia una quarantina di dipinti, sculture e oggetti di forma quadrata dagli anni Sessanta ad oggi.
La passione per il quadrato
All’origine di tutto c’è la stupefacente passione di Marli Hoppe-Ritter per la forma quadrata. Il quadrato con cui viene realizzata la tavoletta di cioccolato Ritter Sport, prodotta nella storica azienda di famiglia, ma soprattutto, il quadrato come forma che accomuna tutte le opere di 30 anni di ricerca in giro per l’Europa, con il marito Hilmann Hoppe.
Il risultato è una collezione dal profilo internazionale unico, con circa 1200 opere geometriche astratte del XX e XXI secolo, raccolte in un museo dedicato.
Il Ritter Museum nasce nel 2005 accanto alla fabbrica di cioccolato a Waldenbuch, vicino a Stoccarda. Progettato e realizzato dall’architetto svizzero Max Dudler – naturalmente su forma quadrata – ospita esposizioni sempre diverse della collezione e mostre di artisti internazionali di arte astratta geometrica. Ad aprire le porte per l’inaugurazione del Ritter Museum, nel 2006, è stata una personale di Marcello Morandini, con cui si è dato il via a una lunga amicizia e collaborazione tra il Maestro e il Museo Ritter. Un legame che arriva fino ai nostri giorni, con la nuova mostra ospitata dalla Fondazione Marcello Morandini a Varese in cui per la prima volta in Italia viene presentata la collezione Marli Hoppe-Ritter.
Arte Costruttiva e Concreta
Le opere esposte rappresentano l’arte costruttiva e concreta in modo molto vario, con materiali diversi tra loro e autori che vanno dai principali esponenti dei concretisti zurighesi fino ad artisti contemporanei di tutta Europa. Il tema principale nella selezione delle opere è il colore e l’interazione che il gioco di tinte luminose e forme elementari fanno tra loro, elemento fondante e tipico di tutta l’arte concreta.
Si passa da opere che rispettano rigorosamente le regole geometriche dell’astrattismo, fino a caleidoscopici “esperimenti” che rompono giocosamente gli schemi e gli ideali dell’ordine, combinando forme e colori.
Ai piani inferiori della fondazione le splendide opere di Marcello Morandini ci accolgono:
In arte uso i colori bianco e nero, come una grafia su di un foglio, dove per leggere e capire non è necessario nessun altro valore cromatico aggiunto e la forma ha modo di raccontare unicamente la sua bellezza
Così descrive l’artista la sua opera che richiama nella pulizia estrema delle forme l’ideale platonico di bellezza.
Articolo originale su Excelsamagazine