Sabato 17 e domenica 18 febbraio, il Circolo Fotografico Veronese ha presentato la prima parte della Mostra fotografica “Confini”

Di: Liliana Ghellere

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Sabato 17 e domenica 18 febbraio, presso la Sala Birolli in Via Macello a Verona, è stata
allestita la Mostra Fotografica “Confini – Prima parte”, esposizione temporanea, a cura del
Circolo Fotografico Veronese, in collaborazione con il Comune di Verona e la Circoscrizione 1^

Nove gli autori presenti con le loro opere. Un percorso espositivo emozionante in cui,
attraverso gli scatti esposti, i visitatori, hanno potuto ammirare il risultato della ricerca di
ogni singolo autore sul tema del Confine e le sue interpretazioni, diverse sia nell’analisi che
nella proposta. A completamento del progetto il 14 e 15 Aprile seguirà un’esposizione di
altri dieci soci del Circolo con nuove opere in cui i Confini saranno interpretati in maniera
completamente diversa.

Abbiamo chiesto a una delle autrici, Donata Lorenzetti, di descriverci la sua personale
interpretazione:

“Sono qui oggi per presentare, insieme a parte dei miei colleghi del
Circolo Fotografico Veronese, la mostra sull’esplorazione del concetto di Confini,
esplorazione che ci ha occupato durante lo scorso anno e che poi ognuno ha realizzato in
modo diverso: i Confini che presentiamo qui sono essenzialmente immateriali.
Abbiamo pensato di presentarli in maniera differente rispetto alla ‘classica’ mostra
fotografica, ciascuno si è voluto sentir libero di allestire il proprio raccontare in modo
personale per cercare di far arrivare riflessioni ed emozioni.

Io ho presentato un estratto del mio progetto ‘Confini di Memoria’, che riguarda
l’inevitabile perdita della memoria dovuta all’età. La difficoltà di concentrazione, il
dimenticare cose che fino a ieri sembravano parte di noi lo pongo qui come un tema,
magari con un po’ di malinconia ma senza tristezza, perché fa parte dell’età che in cambio
ci offre altre ricchezze, per cui possiamo anche privarci di qualche parola che “scappa”.
Ho rappresentato questa perdita sovrapponendo a foto del mio archivio, che raccontano
parte della mia storia, altre foto con il ghiaino e le foglie autunnali degli stessi giardini, i
bastioni di Verona, in cui giocavo da bambina. È proprio questo il legame tra le due foto,
che ho sovrapposto in macchina, realizzando così un racconto in cui il ricordo è parte sia
della foto di famiglia che dello sfondo naturale che ho aggiunto. Sotto ad ogni foto ho
aggiunto un mio ricordo d’infanzia, scritto da me a matita e ripetuto in sei copie. Subito
non si nota, però mano a mano che si passa dall’uno all’altro mancano delle parole, dei
nomi propri, qualche parola cade fuori dalla mia memoria, non me la ricordo più. È un
momento di perdita ma, convinta come sono che abbiamo le ricchezze che ogni età ci
dona, sono contenta di raccontare le mie emozioni comunque. Ogni foto è appesa a una
corda e in ogni corda ci sono uno o più nodi: un nodo per ricordare”

Donata Lorenzetti ha vissuto fino all’età di tre anni circa a Roverchiaretta dove la mamma,
Valeria, oltre ad essere stata per molti anni maestra alle Scuole Elementari, dirigeva e
accompagnava all’organo la Corale Parrocchiale.