I mercati restano prudenti in attesa del dato sull’inflazione USA, decisivo per le prossime mosse della FED
Di: Fabio Michettoni
LEGGI ANCHE: Punto Mercati – I settori inflazionistici trainano al rialzo gli indici USA
Gli investitori internazionali, diffidenti nel piazzare grosse scommesse sui mercati in vista di una settimana ricca di dati che potrebbero ancora sconvolgere i mercati, restano alla finestra. Il primo dato in evidenza è il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo, cioè il dato sull’inflazione, in uscita oggi.
Ieri, i volumi di scambio sui mercati americani sono stati relativamente bassi e la performance delle azioni è stata deludente.
Tutti e tre i principali indici hanno chiuso in ribasso. L’S&P 500 è sceso dello 0,3%, il Dow Jones Industrial Average è sceso di 200 punti, ovvero dello 0,5%, e il Nasdaq Composite, a forte componente tecnologica, ha perso lo 0,3%. L’S&P è stato vicino a raggiungere un nuovo massimo storico, ma alla fine non è riuscito a raggiungere il risultato.
Sebbene, come amano dire gli economisti, il mercato azionario non sia l’economia, ultimamente l’economia ha avuto un impatto piuttosto significativo sui mercati. Le azioni sono scese bruscamente all’inizio di agosto a seguito di un rapporto sull’occupazione inferiore alle aspettative e un risultato inaspettato sulla lettura dell’inflazione di luglio potrebbe anch’esso dare una scossa alle azioni.
Secondo l’autorevole società di reporting, FactSet, gli economisti prevedono un aumento dell’inflazione complessiva del 2,8% annuo a luglio, in accelerazione rispetto al 2,7% di giugno. Investitori e responsabili politici stanno osservando attentamente i dati economici per individuare segnali che i dazi stiano iniziando a influenzare l’inflazione. Il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo di giugno suggerisce che ciò sia avvenuto, seppur lievemente. I dati di luglio, in uscita oggi, potrebbero contribuire a completare il quadro.
In effetti, dal punto di vista della FED, i dati sull’inflazione di luglio potrebbero rivelarsi fondamentali, poiché darebbe, eventualmente, al rallentamento della crescita occupazionale il ruolo di proxy per la metrica dell’inflazione.
I mercati stanno attualmente scontando 2-3 tagli dei tassi dopo il deludente rapporto sull’occupazione di luglio, che includeva ampie revisioni al ribasso dei dati sulle buste paga di maggio e giugno. I dati economici del prossimo mese saranno cruciali per la Fed, che si pronuncerà per un taglio dei tassi già da settembre.
Infine, il dato sull’inflazione USA non è l’unico dato che verrà diffuso questa settimana. Si avranno nuove letture dell’indice dei prezzi alla produzione, delle vendite al dettaglio e una lettura preliminare dell’indagine sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan.
Insomma, ci sarà da divertirsi.