Un fatale arresto cardiaco tinge di nero il Campionato d’Eccellenza toscano. Un evento tristissimo, che tocca in modo profondo anche noi

Di: Andrea Panziera

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The show must go on? Ma anche no! Chi non ricorda la celeberrima canzone dei Queen, una delle ultime e più famose della band britannica? Fu scritta da Brian May, il virtuoso chitarrista del gruppo e alludeva esplicitamente alla difficoltà di continuare ad esibirsi, stante le sempre più precarie condizioni di salute di Freddie Mercury, ammalato di HIV, le cui forze stavano inesorabilmente declinando. Nel 1990, quando Mercury registrò il brano, May era dubbioso sul fatto che fosse fisicamente in grado di reggere la prova. In quella occasione, il chitarrista con timore gli sussurròː “Fred, non so se ce la facciamo a cantarla”. E l’altro rispose: “Cazzo, lo farò, tesoro”. Tracannò vodka, entrò e si esibì in una performance perfetta, eseguendo alla grande la sua parte vocale». Purtroppo, non sempre le cose vanno in questo modo nel mondo dello spettacolo e, soprattutto, in quello dello sport. Due giorni fa è stato dimesso dall’ospedale di Udine dov’era stato ricoverato in seguito al malore che lo aveva colpito durante Udinese – Roma il giocatore giallorosso Evan Ndicka; il difensore si era accasciato esanime sul terreno di gioco quando mancava poco meno di venti minuti alla fine della partita. Le sue condizioni erano apparse al momento particolarmente gravi e tutti avevano pensato ad un grave problema cardiaco. Gli accertamenti, completati nella giornata di lunedì 15 aprile, hanno escluso qualsiasi tipo di complicazione in tal senso. Nessuna patologia al cuore, ma soltanto un forte trauma toracico, conseguenza di uno scontro di gioco. In ogni caso, non avendo contezza della reale situazione, le due squadre e l’arbitro hanno deciso di interrompere il match, facendo prevalere il valore della solidarietà e della vicinanza rispetto ai molteplici interessi che gravitano attorno al mondo del calcio. Encomiabile è stato l’atteggiamento del pubblico, che in un silenzio assoluto ha permesso al personale sanitario di effettuare in condizioni quasi ottimali i primissimi accertamenti. In tante occasioni i tifosi hanno dato pessime prove di comportamento, ma è giusto rimarcare anche episodi come questo, sperando che servano da esempio per il futuro. Purtroppo, quasi nelle stesse ore, durante un incontro del Campionato di Eccellenza toscano, si è verificato un evento analogo, ma con una conclusione ben più tragica. Un giovane attaccante di 26 anni, Mattia Giani, si è sentito male ed è spirato poche ore dopo all’ospedale. Fatale è stato un arresto cardiaco che lo ha colpito pochi minuti dopo l’inizio del match. Dopo un’azione nell’area avversaria, Giani si è improvvisamente accasciato, portandosi una mano al petto. Dagli spalti sono scesi anche i genitori di Mattia, che stavano assistendo alla partita, che è stata immediatamente sospesa. Questo tristissimo evento tocca in modo profondo anche noi, in quanto suo fratello, Elia Giani, gioca in Serie C proprio nel Legnago. A lui, a tutta la sua famiglia, le più sentite condoglianze da parte del nostro giornale. Da ultimo, mi sia consentita una breve chiosa sulle dichiarazioni di un politico veneto, del quale evito di menzionare il nome la cui dizione implicherebbe una inevitabile toccatina alle parti nobili. Sarebbe il caso di tralasciare l’accostamento, implicito o casuale poco importa, fra episodi sportivi drammatici e presunte scaturigini dei medesimi mai dimostrati da studi scientifici men che mediocri. A Milano direbbero “Ofelè fa el to mesté”, possibilmente senza sparare ipotesi sulle quali la tua conoscenza è prossima allo zero, giusto per lisciare il pelo alla platea sempre più incattivita di fake news spreaders.