Dove sentimenti, rock e cantautorato si fondono dando vita a una giovane band veronese. Il Basso Adige incontra i Canostra

Di: Maya Cordì

LEGGI ANCHE: Anna Netrebko in Tosca: un’ospite intramontabile in Arena

Succede che nelle prime fredde giornate del nuovo anno, Il Basso Adige viene accolto calorosamente tra le quattro mura dei Canostra. Per la precisione, non ci troviamo a Grezzana dove dal 2022 fermenta la loro musica; siamo piuttosto nel quartiere di Veronetta (VR), eppure, ci sentiamo come se fossimo a casa loro.

Un luogo universalmente personale” si legge nella loro biografia, ed è esattamente l’effetto che i cinque giovani musicisti riescono a suscitare con la loro arte. Un luogo, il loro, che in fondo è spazio sicuro in cui rifugiarsi, magari davanti a un caminetto o dietro il vetro di una finestra mentre fuori risuona il bubolare di un gufo.

Quando lo scorso 10 gennaio abbiamo incontrato Michele, Alessandro, Pierangelo, Federico e Alessandro ci è stato trasmesso tutto questo. Ora, noi de Il Basso Adige, ci auguriamo che da qui in avanti possiate viverlo anche voi.

Perché nasce Canostra?

“Canostra è un contenitore, un luogo che raccoglie sensazioni ed emozioni che sono singole perché provengono da noi, ma allo stesso tempo universali perché coinvolgono tutti. L’obiettivo è quello di racchiudere l’universalità del vissuto”. Così i ragazzi si presentano e ci descrivono il significato del loro nome.

Canostra

Nonostante a oggi la loro formazione con cinque membri, il loro progetto prende forma gradualmente negli anni: dapprima il legame consolidato tra Michele Zuanni (voce, pianoforte, chitarra acustica) e Federico Gozzi (suono, synth); poi l’avvicinamento di Alessandro Saletti (chitarra elettrica) ea seguire gli incontri con Pierangelo Bogoni (basso, sax) e Alessandro Casali (batteria).

Quest’ultimo ci racconta: “Nel Febbraio di due anni fa si stavano esibendo live all’ Altrove. Io ero lì per caso – racconta – e sono rimasto incantato da Michele, Federico e Alessandro che suonavano; mi sono perso nelle loro melodie. Più tardi, fuori dal locale, mi sono avvicinato al cantante per fargli i complimenti e ho chiesto a Federico se stesso cercando un batterista.

Galeotto perciò quel Febbraio 2022 che diede inizio a un minuzioso lavoro di produzione culminato il 5 Maggio 2023 con l’uscita del loro primo EP omonimo – nonché manifesto della band – a cui seguirono numerosi live e premi.

Un ibrido dal sound insolito

Quando abbiamo chiesto loro quali fossero le sonorità a cui aspirano, hanno confessato che la loro musica è frutto dell’ascolto personale di ognuno. Tuttavia, se si utilizzano brani come “Fermo Immagine” o “Perdere” ci si ritrova in un curioso rock alternativo britannico mescolato a folk e tradizione cantautorale .

Colpisce inoltre il risultato ottenuto nelle versioni ufficiali della stessa “Fermo Immagine” e ” Saggi sguardi” che, con l’arrivo di Alessandro Casali e Pierangelo, hanno visto impreziositi gli arrangiamenti delle bedroom sessions di due anni fa. “Le versioni di quei brani sembravano avessero bisogno di partire, ma il freno a mano era ancora tirato. Ad oggi, riguardarci indietro mi fa capire qual è stata la nostra evoluzione” afferma Alessandro Saletti rivelandoci le nuove combinazioni a cui stanno lavorando per i prossimi live in contesti più o meno intimi.

Recenti sono infatti le esibizioni nei mesi di Gennaio e Febbraio che hanno visto i Canostra proporre alcune date in acustico con formazioni diverse per diversi palcoscenici, restando comunque fedeli a realtà come il The Brothers di Grezzana e il The Factory veronese.

Brani noti e prossime uscite

Pensando ai progetti per i prossimi mesi, nel Febbraio appena passato la band ha festeggiato in realtà un anno dall’uscita del primo loro inedito “Fare il morto a galla“, di cui hanno da sempre percepito il potenziale e a cui tutt’ora sono particolarmente legati . “Lo abbiamo ritenuto un manifesto sin da subito proprio perché non volevamo scendere a logiche di mercato. Piuttosto volevamo fosse ciò che ci rappresentava” afferma Federico confidandosi sugli ottimi riscontri ottenuti.

Michele Zuanni nel videoclip di “Fare il morto a galla”

Riscontri altrettanto positivi anche per la comboPerdere ”-” Vincere” – rispettivamente traccia 4 e 5 dell’EP – che nasce in realtà come pezzo unico: “Perdere per vincere”. Stesso filo logico per due diversi approcci alla vita, con un sound dapprima prepotente ed energico, per poi divenire comodo e rassegnato. Michele, riferendosi al testo, ci spiega inoltre: “La guerra che non ha più senso rappresenta i fantasmi interiori a ognuno di noi, i quali non devono essere considerati antagonisti. Il messaggio è comprendersi e comprendere che in realtà si sta combattendo solo contro se stessi”.

Riflettendo insieme sulle diverse interpretazioni date a questi due brani, capiamo infine che la particolarità dei loro pezzi risiede proprio nel potere introspettivo e implicito dei testi che permette all’ascoltatore di far propria ogni parola. D’altronde, la loro missione intende raccontare in maniera matura situazioni ed emozioni, così da poter essere trasformate in insegnamento da chi ascolta.

Chissà che non ci riusciranno anche con l’uscita del prossimo live studio di cui – per ora – vi sveliamo solo la presenza di un nuovo inedito e una cover de “Summer on a Solitary Beach”?


Cr. ph. Simone Massenz

Lo sapevi ? Questo articolo è parte dello Speciale 2000 , l’edizione speciale cartacea del Basso Adige.