Variegato, aggettivo che significa “dotato di varie sfumature”, “osservabile sotto diverse angolazioni”. Il gioco del calcio, al tempo del VAR, sembra diventato proprio questo
Di: Andrea Panziera
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Leggo testualmente dal Vocabolario Treccani: “Variegato, aggettivo che significa colorato variamente, che presenta tinte diverse, disposte di solito a strisce, a zone allungate, ovvero dotato di varie sfumature, o anche osservabile sotto diverse angolazioni”. Il gioco del calcio al tempo del VAR, acronimo che sta per Video Assistant Referee, sembra diventato proprio questo, uno sport soggetto a interpretazioni differenti, nel quale le sfumature o le interpretazioni soggettive rivestono un ruolo decisivo nel determinare il risultato degli incontri. Ma come funziona il VAR e quando interviene? Mentre in campo si gioca, un gruppo di arbitri in studio osservano costantemente le riprese video della partita da differenti angolazioni. Se essi ritengono che ci sia stato un errore in una decisione presa dal loro collega sul terreno nel corso della partita, possono comunicarglielo tramite un apparecchio audio. Questi può quindi scegliere di accettare la segnalazione del VAR o rivedere l’accaduto sul monitor di servizio presente sul campo per prendere una decisione autonoma. Ma quali sono le fattispecie in cui il VAR può agire? Sono previste specifiche situazioni, quindi non in tutti i casi di errori arbitrali.
- Gol: per verificare se un gol è stato segnato correttamente o se ci sono stati fuorigioco, falli o altre irregolarità precedenti.
- Fuorigioco: lo scopo è determinare se un giocatore era in posizione di fuorigioco al momento del passaggio ricevuto.
- Falli gravi: per valutare situazioni di gioco in cui vi sono stati interventi particolarmente gravi o una condotta antisportiva con falli che potrebbero portare a un’ammonizione o a un’espulsione.
- Punizioni e rigori: per determinare la correttezza delle decisioni relative a punizioni dirette o rigori.
- Identificazione dei giocatori: per garantire l’identificazione corretta dei giocatori coinvolti in situazioni di gioco non regolamentari.
Sono quindi esclusi interventi del VAR in episodi che non rientrano fra quelli dianzi descritti. Ora, stante il fatto che è nell’interesse di tutti, squadre, singoli giocatori e classe arbitrale, la riduzione di errori che possano compromettere o condizionare il corretto esito di un incontro, mi chiedo se non siano strumentali alcune polemiche di questi giorni su presunti favoritismi o volute disattenzioni, delle quali si sono resi protagonisti esperti pallonari, giornalisti sportivi, calciofili o sedicenti tali. Mi riferisco in particolare ad alcune dichiarazioni successive al match di San Siro fra Inter e Verona, con il corollario di reiterate accuse di aiuti indebiti a favore della compagine di casa. L’intervento di Bastoni era sicuramente da sanzionare, ma con l’identico criterio andava fischiato anche quello precedente ai danni di Arnautovich in occasione del gol del pareggio scaligero: il suo marcatore non aveva alcuna possibilità di prendere il pallone, lo ha spinto violentemente alle spalle, tamponandolo, facendogli così perdere il controllo della sfera. Gli osservatori non faziosi, hanno evidenziato con lo stesso metro di giudizio i due episodi, altri, sulla cui buona fede è lecito avanzare qualche dubbio, no. Questi ultimi hanno peraltro sorvolato su falli di gioco commessi in altre partite e meritevoli di espulsione, palesando una volta di più che professare il tifo sottotraccia mina la credibilità in misura ancora maggiore di chi senza giravolte o infingimenti dichiara la propria simpatia per questa o quella squadra calcistica: molto meglio un giornalista palesemente schierato, che un suo collega pretestuosamente aVARiato.