Nel 1907 iniziarono le agitazioni per la linea Ostiglia-Treviso, dovute in particolare agli armamenti austriaci prossimi al confine
Di: Federico Carbonini
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Nel 1907 iniziarono le agitazioni per la linea Ostiglia-Treviso in quanto si cominciarono ad avvertire gli
armamenti austriaci al confine. Ad alimentare le agitazioni ci fu anche la pubblicazione “Il disservizio
ferroviario in Provincia di Treviso”, di Graziano Appiani, che evidenziava una rete ferroviaria insufficiente
nel trevigiano.
Ulteriori notizie le aggiunse lo storico Gioacchino Volpe: “La questione delle ferrovie strategiche del
Veneto, si muoveva da tempo fra i tecnici. Ma ora, 1907, essa irruppe nell’arena con azioni di militari e
uomini politici sulla stampa, e nel Parlamento, con l’azione serrata della Deputazione Veneta e nomina di
commissioni. Era la prima volta che si portava al pubblico dibattito nel paese e, quel che è più significativo,
in Parlamento, una materia di sì delicata natura. Si chiedevano nuove e più dirette linee tra Bologna e il
confine (e particolarmente invocato il tratto Ostiglia-Treviso), ed anche linee pedemontane ovest-est (per
esempio, la Sacile-Pinzano), in modo da attenuare, se non proprio sopprimere, l’enorme inferiorità nostra
di fronte alla vicina Monarchia che aveva nel suo territorio sud-ovest sette linee convergenti verso l’Italia”.
I provvedimenti presentati nel 1908 dal governo in materia ferroviaria, ed in particolare, dal ministro dei
Lavori Pubblici Pietro Bertolini, non convinsero i parlamentari veneti che furono spinti ad agire da un senso
di patriottismo e di paura per la difesa del confine orientale del Paese.
Le controproposte dei parlamentari veneti, tra cui la realizzazione di una linea ferroviaria Ostiglia-Treviso,
non vennero viste positivamente dal governo centrale che riteneva, i provvedimenti presentati dal
Bertolini, sufficienti per la difesa del confine orientale.
Dopo numerose discussioni parlamentari, si arrivò al compromesso: i parlamentari veneti ritirarono
l’emendamento a favore dell’Ostiglia-Treviso e il governo si impegnò, una volta attuati i provvedimenti
previsti dalla legge ferroviaria, a studiare se il medesimo percorso potesse essere strategico e quindi
realizzabile.
Nello stesso anno, a Treviso, si pensa ad una modifica radicale dei collegamenti ferroviari mediante lo
spostamento della stazione centrale e la conseguente deviazione delle ferrovie passanti per la stessa.