Il lago di Bolsena, in Alta Tuscia. Destinazione meravigliosa, ma ancora preservata dai flussi turistici di massa

Di: Maria Mele

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Straordinario pensare come nella nostra penisola possano esistere destinazioni ancora preservate dai flussi turistici di massa. Ne è un esempio il lago di Bolsena in Alta Tuscia.

Formatosi oltre 300.000 anni nella caldera collassata di un vulcano, il lago di Bolsena vanta alcuni primati tra cui quello di essere il più esteso d’ Europa – tra quelli di origine vulcanica – e uno dei pochi grandi laghi italiani a essere completamente balneabile grazie alla straordinaria pulizia e limpidezza  delle sue acque, che gli hanno anche meritato il divertente soprannome di “lago che si beve”. Queste sue invidiabili caratteristiche hanno inoltre favorito uno straordinario sviluppo di biodiversità.

Attualmente l’area del Lago di Bolsena è un sito di interesse comunitario per la conservazione degli habitat naturali e semi naturali e della flora e della fauna selvatiche.

Un piccolo paradiso lacustre, a cui fanno corona i monti Volsini, ulteriormente arricchito dalla presenza di due isole, poco distanti dalle sue coste, che ne rendono unico il panorama: l’isola Martana e l’isola Bisentina.

L’Isola Bisentina deve il suo nome all’antica città etrusco-romana di Bisenzio che sorgeva su un piccolo promontorio poco distante. Dal 2017 appartiene alla Fondazione Luigi  Rovati che ha iniziato con lungimiranza e attenzione lavori di pulizia, consolidamento e messa in sicurezza dei sentieri che la solcano – nel pieno rispetto del ricco ecosistema – e di restauro dei preziosi gioielli architettonici che vi sorgono, aprendola successivamente al pubblico per la prima volta  dopo 20 anni nella stagione estiva 2022.

Dal 20 giugno del 2023 l’Isola Bisentina riapre per accogliere un pubblico in grado di apprezzarne la straordinaria selvaggia bellezza e la ricchezza storica e architettonica.   

Da sx oratorio di Monte Calvario e Monte Oliveto. Sotto da sx affreschi dell’oratorio di Monte Calvario e dell’oratorio di Monte Tabor.

L’isola infatti custodisce sette piccoli edifici, tra cappelle e chiese rurali, costruiti su ispirazione delle basiliche di Roma, nonché il sepolcro della famiglia Farnese, voluto da Ranuccio il Vecchio, nella chiesa di S. Giovanni Battista, poi ampliata dal Vignola nell’attuale Santi Giacomo e Cristoforo, per volere di  Alessandro Farnese Junior.

Proprio sulla cupola a piombo e sulla facciata di questa chiesa, nonché sulla vicina darsena liberty – da quest’anno  nuovamente agibile – si sono concentrati i restauri avviati dalla famiglia Rovati.

La darsena.

Tra le tante e interessanti  novità della riapertura di quest’anno, l’accesso alla misteriosa Malta dei Papi, tema centrale del percorso narrativo della stagione 2023, che la tradizione identifica come il carcere per i sacerdoti riconosciuti colpevoli di gravi delitti citato da Dante nel IX canto del Paradiso.

L’accesso alla Malta – una camere ipogea di circa 6 metri –  è possibile tramite una galleria scavata nel tufoAll’interno della camera si trova un pozzo, sopra il quale vi è un’apertura circolare che serviva per la raccolta di acqua. Usata come cisterna in epoca romana, la Malta dei Papi deve la sua origine con ogni probabilità all’utilizzo in epoca arcaica delle acque sorgive termali che scorrono sotto di essa e che venivano usate per la celebrazione di rituali legati alla nascita e alla fertilità. Aggiunge sacralità all’esperienza un’ installazione  sonora di Helena Arlock Wahlberg – parte del progetto di arte contemporanea  “Coltivare l’arte”-  che si snoda lungo tutto  il percorso di visita.

Particolari della Malta dei Papi.

Come ci racconta Sofia Elena Rovati, direttrice dal 2022 del progetto di apertura dell’isola , “oltre che godere delle bellezze architettoniche e naturalistiche di questo museo a cielo aperto, il visitatore è invitato a vestire i panni di esploratore e partecipare alla scoperta della Malta e del suo significato profondo”.

Una destinazione ricca di storia e di mistero, un vero scrigno delle meraviglie in grado di affascinare non solo chi ama la storia, l’arte e l’architettura ma anche chi desidera immergersi nella natura e nell’avventura.

Fotografie di Lorenzo Breccola e Mauro Mattioli. Articolo originale su wellmagazine.it