L’Associazione Famiglia Marchigiana incontra la poesia veronese nel Palazzo della Provincia. Le riflessioni a un mese dall’incontro

Di: Maya Cordì

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Il 19 maggio, presso la Sala Rossa del Palazzo della Provincia di Verona, si è tenuto un incontro fra l’Associazione Famiglia Marchigiana e i rappresentanti della tradizione poetica veronese.

Con il patrocinio del Comune di Verona e della Regione Marche, l’evento ha offerto al fitto pubblico una raffinata serie di poesie in dialetto veronese. Tra le voci narranti,, in veste di relatori, la prof.ssa Lucia Tomelleri, il poeta Bruno Castelletti e l’avvocato Guariente Guarienti.

Poesia e tradizione per un dialogo interregionale

Da anni la Famiglia Marchigiana promuove eventi in nome di uno scambio culturale, storico, artistico e scientifico atto ad arricchire la tradizione e il patrimonio regionali di Marche e Veneto. Il tutto attraverso un dialogo reciproco, di cui quest’anno la poesia ha funto da ponte.

Per il 25° anniversario dalla sua fondazione, infatti, l’Associazione ha voluto far immergere il pubblico marchigiano e veronese nel mare della tradizione. Tradizione di cui il dialetto veronese rappresenta il perfetto emblema.

Tanti gli autori presenti, così come tanti gli artisti citati e le opere più note: dalla composizione L’Adese di Tolo Da Re, sino alla celebre Voria Cantar Verona del poeta Berto Barbarani.

Il susseguirsi di ricordi, aneddoti e narrazioni è stato aperto in gran stile con lo storico autore, poeta e avvocato Bruno Castelletti che ha condotto per mano il pubblico in alcuni intimi scorci del suo passato. Recitando alcune delle poesie contenute nella sua raccolta Stéle da l’Orsa (2010), ha lasciato che fossero le sue stesse parole a raccontare la sua terra, la sua famiglia e la sua gente.

Durante la seconda parte dell’incontro, invece, l’intimità dei ricordi personali ha lasciato spazio a un patrimonio culturale e territoriale condiviso. L’interpretazione di celebri opere appartenenti al panorama collettivo ha infatti coinvolto gli autori e il pubblico al punto da dar vita a un fitto succedersi poetico in nome della tradizione.

Degni di nota i momenti in cui donne e uomini di ogni età e regione hanno sostenuto gli interpreti durante le rispettive esposizioni. Il tutto recitando a loro volta i versi veronesi di note poesie come Dotor Zachelequa e La veceta di Bepi Sartori.

Dialetto e italiano attraverso la poesia veronese

Durante tutto l’incontro diversi gli interventi che hanno suscitato riflessioni sulla ricchezza e sul valore della lingua regionale e italiana.

Dapprima grazie ai versi della tradizione cantati da Castelletti e Guarienti in nome di sogni, sofferenze e fatiche vissute dalla gente per cui la stessa poesia veronese scriveva, fino a spostarsi poi verso la recitazione in lingua nazionale con la poesia Fanciulla, che cosa è Dio? (Aleardo Aleardi) interpretata dalla prof.ssa Lidia Bartolucci.

“I dialetti sono, secondo me, nettamente superiori alla lingua italiana”, ha affermato l’Avv. Guariente Guarienti. “Questa è infatti una lingua necessaria costruita ad hoc mettendo assieme vari frammenti. Quando però si prende un vocabolario nella lingua della propria regione, ci si rende conto che le stesse espressioni in italiano sono nettamente inferiori. Per questo credo nella forza del dialetto e sostengo che sia una lingua molto più ricca dell’italiano”.

In qualità di insegnante e di appassionata alla materia poetica, la prof.ssa Lucia Tomelleri ha infine espresso il desiderio di rivolgere ai presenti alcune considerazioni. “Necessarie”, le ha definite, affinché dialetto e italiano vengano assimilati come entità distinte ma per nulla in contrasto tra loro.

“Da un punto di vista linguistico non esiste alcuna differenza”, ha dichiarato. “Tuttavia, mentre la lingua nazionale è riconosciuta come ufficiale da tutti i parlanti, il dialetto risulta essere metamorfico in relazione al territorio in cui si parla. Pertanto, il dialetto veronese è uno dei tanti tesori che rendono Verona superba, prestigiosa e unica e che non richiede a chi ascolta di essere dialettofono per essere compreso. Il nostro incontro ne è la prova”.

Si ringraziano il Comune di Verona, la Regione Marche e la presidente dell’Associazione Famiglia Marchigiana, Bianca Bosdari, per la riuscita dell’ennesimo evento in grado di far bella Verona e di rendere onore ad un luogo prestigioso come la Sala Rossa del Palazzo della Provincia.