L’agricoltura veronese ha bisogno di 4.500 lavoratori extra-UE. Lo stima Coldiretti Verona, che dà il via al nuovo sistema salva raccolta
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L’agricoltura veronese ha bisogno nel 2023 di almeno 4.500 lavoratori extracomunitari da impiegare nelle campagne. Lo stima Coldiretti Verona in relazione alle quote di ingresso del Decreto Flussi, per ottenere le quali le aziende agricole richiedenti dovranno effettuare un click day il prossimo 27 marzo. Il tema della difficoltà di reperimento della manodopera in agricoltura ha fatto da filo conduttore all’incontro “Lavoro in agricoltura: novità 2023” organizzato dalla Coldiretti scaligera nella sala convegni di Verona Mercato al quale hanno partecipato oltre 200 aziende agricole socie.
Il relatore, Romano Magrini, responsabile nazionale del lavoro e delle relazioni sindacali di Coldiretti, ha evidenziato: “L’ingresso dei flussi è solo una delle possibili risposte, ma serve anche rendere più rispondente agli effettivi bisogni delle aziende il meccanismo delle quote, rendere appetibile il lavoro in agricoltura ai giovani, effettuare percorsi di formazione per qualificazione o riqualificazione professionale, anche direttamente nei paesi di provenienza della manodopera mediante collaborazioni con il Ministero degli Esteri, migliorare sempre di più i canali già disponibili per l’incontro tra domanda e offerta, anche mediante app per il cellulare”. “La difficoltà di reperimento – ha aggiunto Magrini – non può in nessun caso giustificare il ricorso a contratti d’appalto con soggetti che non paghino correttamente i propri lavoratori”.
L’incontro è stata altresì l’occasione per illustrare la novità contrattuale che sostituisce i vecchi voucher, il sistema salva raccolta. “Si tratta del nuovo sistema di prestazioni occasionali che semplifica la burocrazia, dà un supporto alla raccolta delle produzioni agricole veronesi e garantisce nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese – afferma il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini nel ricordare che “il nuovo sistema è stato introdotto nella Manovra dal Governo e sostenuto da Coldiretti”.
La nuova disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato in agricoltura porta un importante snellimento degli adempimenti e dei costi per l’impresa garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori nel pieno rispetto della disciplina della contrattazione collettiva di settore.
“Potranno accedervi – ha spiegato Magrini – pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Sarà a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato agricolo con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo all’anno. Il salario sarà esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico. Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato. Anche l’azienda ne ha un beneficio, in quanto la contribuzione per queste giornate gode di uno sconto del 68% rispetto ai normali contributi Inps”.
Lo scorso anno in agricoltura – precisa la Coldiretti – hanno trovato opportunità di lavoro dipendente oltre 1 milione di persone, di cui quasi uno su tre (32%) ha meno di 35 anni.