Il mercato azionario USA ha chiuso l’ultimo giorno della settimana in rialzo, recuperando parzialmente le perdite accusate nei due giorni precedenti
Di: Fabio Michettoni
LEGGI ANCHE: Punto mercati: l’isterica costruzione di una tendenza rialzista
Il mercato azionario USA ha chiuso l’ultimo giorno della settimana in rialzo, recuperando parzialmente le perdite accusate nei due giorni precedenti, con l’indice Nasdaq, il più GROWTH dei tre principali indici USA, che si è preso una pausa, sottoperformando gli altri due principali indici statunitensi dopo averli superati dal 9 novembre. In quell’occasione il mercato azionario ha iniziato un ampio rally sulla scia di un risultato sull’inflazione inferiore alle attese.
A questo punto della narrativa va fatta una prima riflessione e cioè che gli investitori potrebbero anche pensare che la FED potrebbero anche allentare l’incisività nell’aumentare ulteriormente i tassi di interesse con lo scopo di raffreddare l’alta inflazione, riducendo la domanda economica. Le ultime rilevazioni sul consensus indicano che i mercati si aspettano un aumento dei tassi di mezzo punto percentuale a dicembre, in calo rispetto al recente aumento di tre quarti di punto percentuale, proprio perché l’inflazione sembra mollare la presa.
L’idea che la Fed possa essere vicina alla fine della sua campagna di restrizione monetaria sta aiutando il mercato azionario. L’S&P 500, appena al di sotto dei 4.000 punti, è riuscito a mantenersi sopra i 3.900 punti questa settimana. Ciò significa che l’indice ha interrotto la sua tendenza generale al ribasso da metà agosto, con gli investitori più ottimisti sulle prospettive del mercato.
Tuttavia, sul breve periodo, ulteriori rialzi potrebbero essere più complicati da ottenere, con un sostanziale incastro della tendenza rialzista. La Fed vuole assicurarsi che i tassi di interesse rimangano elevati fino a quando non si vedranno ulteriori prove di un calo dell’inflazione.
Per questo motivo, Volcharts ritiene che debba essere rivolta una attenzione particolare alle dichiarazioni NON PROGRAMMATE da parte della Banca Centrale USA, che potrebbe continuare a fare commenti poco centrati e scollati dalla realtà, ovvero che indichino un percorso di rialzo dei tassi piuttosto aggressivo, finalizzati ad una deterrenza sulla convinzione da parte degli investitori che il peggio sia passato.
Da tenere quindi sempre a mente che il mercato vuole vedere una riduzione dei tassi, scenario che la Fed non sembra pronta a concedere.
I trader rialzisti vogliono vedere l’S&P 500 mantenere una linea di galleggiamento intorno ai 3.900 punti. Se non ci riuscirà, sarà perché il quadro generale dei tassi di interesse è aldilà dall’essere ben definito, proprio per la ritrosia della FED ad assumere una posizione più “morbida”, cioè meno “hawkish”.
Dopotutto questo rally del mercato orso pare piuttosto ostinato e resiliente e sembra che ci sia necessità di un chiaro segnale sull’inflazione e di come questa sarà “appiccicosa” a tal punto che i venditori possano prendere il sopravvento.