I Living Theory, tribute band italiana dei Linkin Park, emozionano Parco Ottocento con il loro concerto. Due ore di pura emozione.
Di: Valeria Palmisano
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Ieri sera, 2 settembre, al Parco Ottocento (Bussolengo, VR) si è tenuto il concerto dei Living Theory, tribute band italiana del celebre gruppo rock americano Linkin Park.
“Un’emozione stupenda tornare a suonare sui palchi”, afferma Rob Marconi, voce della band, “Dopo due anni è bellissimo anche suonare a casa”
(Il cantante, il batterista ed il chitarrista sono originari di Verona, ndr)
Il giusto connubio tra suoni rock “aggressivi” ed altri più melodici e malinconici, tipici delle corde dei Linkin Park.
Molto probabilmente una delle cose che più ha riempito i cuori dei fan è stata pensare – con un ingenuo desiderio – che Chester Bennington, frontman del gruppo americano morto suicida il 20 luglio 2017, abbia in un qualche modo assistito al concerto.
Ragazzi e ragazze provenienti non solo da Verona e provincia per assistere alla performance, come lo stesso Marconi ha annunciato poco prima di iniziare ad intonare le note di Papercut, brano di apertura del concerto.
Un tuffo nel passato
Da Hybrid Theory (2000) a One More Light (2017) i Living Theory hanno permesso ai fan di tornare indietro nel tempo e rivivere quei momenti in cui i pezzi dei vecchi album sono usciti. Da Good Goodbye, terzo brano estratto dall’ultimo studio album pubblicato dai Linkin Park, a Breaking The Habit, con suoni prettamente melodici presente in Meteora (2003) primo singolo in cui non vi è alcuna parte vocale di Mike Shinoda, ideatore del pezzo. Lo stesso Rob l’ha cantata accompagnato esclusivamente dalla pianola suonata da Suzzi.
Infine, la stupenda One More Light, durante la quale si è percepito tutto l’affetto che i fan e i Living Theory stessi provano per Chester, come si può facilmente intuire sia da tutte le luci degli smartphone accese proprio in onore del cantante sia per le mani rivolte verso l’alto come per rivolgersi a quest’ultimo.
La scaletta della serata
- Intro
- Papercut
- Somewhere I Belong
- Good Goodbye
- From The Inside
- Castle Of Glass
- Burn It Down
- Don’t Say
- Crawling
- What I’ve Done
- Breaking The Habit (Piano Version)
- Lost In The Echo
- Runaway
- New Divide
- A Light That Never Comes
- A Place For My Head
- Numb (Solo Guitar)
- Faint
- One Step Closer
- Bleed It Out
- Given Up
- One More Light
- In The End
Chi sono i Living Theory
Rob Marconi | Vocals
Mike Suzzi | Rap Vocals, Guitar, Keyboards
Pietro Zamboni | Lead Guitar
Giorgio “JT” Terenziani | Bass
Fabio “Perez” Perini | Drums
I canali social dei Living Theory: Facebook, Instagram, YouTube.