Con la sua 99esima edizione, anche quest’anno l’Opera Festival va in scena nella suggestiva location dell’Arena di Verona
Di: Giorgia Visintin
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Torna anche quest’anno all’Arena di Verona il festival del teatro d’opera con la sua 99esima edizione. Tre mesi di spettacoli con oltre 40 serate dedicate alla messa in scena delle opere liriche più famose.
L’Arena Opera Festival ha una tradizione relativamente antica. La prima edizione del festival si tenne nel 1913 in occasione del centenario della nascita dell’autore Giuseppe Verdi. Non è un caso, infatti, se le opere liriche di Verdi restano le più rappresentate durante il festival.
La prima opera lirica messa in scena nella suggestiva location dell’Arena di Verona fu l’Aida. La forma architettonica dell’antico teatro romano fu considerata perfetta per questo tipo di rappresentazione. Ciò per due ragioni: per la sua struttura circolare, da un lato, e per l’acustica che offriva, dall’altro. Per rendere la messa in scena ancora più d’impatto dal punto di vista visivo, vennero create per la prima volta delle scenografie tridimensionali, invece che le tradizionali scenografie dipinte su tela che si utilizzavano nei teatri.
Ancora ad oggi resta affascinante assistere, durante le pause tra un atto e l’altro, alle operazioni meccaniche che permettono i cambi di scenografia: con l’intervento di organizzatissime squadre di macchinisti, tecnici e scenografi, possiamo vedere l’interno di una sala da ballo trasformarsi in un immenso vivaio con tanto di vetrate.
A distanza di più di un secolo, nel programma del festival 2022 leggiamo ancora l’intramontabile Aida, affiancata dalle altre opere dello stesso autore quali Il Nabucco e La Traviata. Ma tra le serate proposte vi è anche Turandot di Giacomo Puccini e Carmen dell’artista francese Georges Bizet.
Pubblico variegato, ma non troppo
Le numerose date del festival fanno ben sperare sulla sopravvivenza del genere lirico. Un genere teatrale che è sicuramente di nicchia, ma che vede ancora tantissimi appassionati. Tra il pubblico dell’Arena, complice il periodo estivo che richiama in città numerosi turisti, sono presenti moltissimi stranieri, affascinati da un genere storicamente intrecciato alla cultura artistica italiana. E, non irrilevante, aiutati nella comprensione dell’opera dagli enormi schermi a led posti in cima alle gradinate con il testo scorrevole e la traduzione inglese sincronizzata.
Ciò che invece fa più preoccupare è l’assenza degli spettatori giovani. In media i giovani che vanno a teatro, di qualsivoglia genere, sono sempre meno. Quelli che scelgono di assistere a un’opera lirica sono quasi assenti.
Viene da chiedersi se forse le opere teatrali proposte non siano ormai datate. Dovrebbe forse l’opera rinnovarsi mettendo in lirica dei testi più freschi? Ambientazioni e trame più attuali potrebbero invogliare i più giovani ad approcciarsi a questo tipo di spettacolo.
Anche il fattore economico non aiuta. L’Arena Opera Festival propone varie opzioni a partire da 30 euro per i posti in gradinata più lontani, ma un posto a sedere in platea arriva a costare più di 250 euro. Decisamente una spesa fuori budget per uno studente.
Una buona soluzione per incentivare la partecipazione giovanile a questo tipo di eventi potrebbe essere quella di offrire dei biglietti o degli abbonamenti a prezzo ridotto per una certa fascia di età.
Una riflessione
Personalmente non credo che questo poco interesse da parte dei giovani sia un segno del fatto che l’opera lirica sia destinata a scomparire. È una tradizione molto importante del nostro patrimonio letterario e artistico e, come già detto, il prolungato festival areniano è la prova del successo ancora vivo dell’opera.
Ritengo che questo genere antico possa avvicinarsi alla modernità. Seppur con cautela e con il rispetto dei canoni artistici che il genere impone, sperimentare delle sceneggiature nuove potrebbe essere la chiave per far apprezzare il teatro lirico alle nuove generazioni. Da un lato per offrire un nuovo campo di scrittura ai giovani autori teatrali, dall’altro per incuriosire nuovi spettatori.
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