L’Hellas Verona si vendica della sconfitta dell’andata ribaltando l’1-2 del Bentegodi. A Bergamo decidono Ceccherini e un’autorete

Di: Diego Boscarello

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L’Hellas Verona è corsaro a Bergamo e torna vittorioso da una delle trasferte più insidiose della stagione. I ragazzi di Tudor hanno la meglio dell’Atalanta di Gasperini e si aggiudicano tre punti che mettono una seria ipoteca sul raggiungimento finale di un posto nella prima metà della classifica. Sono infatti otto ora i punti di vantaggio sul Torino undicesimo (che ha però una partita da recuperare), quando al termine della stagione mancano cinque giornate.

La cronaca della partita

Al Gewiss Stadium l’Hellas subisce il ruggito iniziale dei padroni di casa per poi prendere coraggio nel corso del primo tempo. Dopo aver colpito due legni e impensierito più volte Musso, è al secondo minuto del recupero che viene capitalizzato lo sforzo gialloblu. Caprari imbecca dalla trequarti Simeone, che di fronte a Musso in uscita fa partire un tiro-cross che diventa un invito per Ceccherini. Al centrale ex Fiorentina non rimane che deviare di testa nella rete sguarnita. Il guardalinee alza la bandierina, ma il VAR alla fine certifica la validità della rete.

Nella ripresa l’Hellas sforna l’affondo decisivo. Ilic completa l’uno-due con un ispiratissimo Tameze, che lo lancia verso la porta. Musso riesce a schermare la conclusione del giovane serbo, ma la respinta rimbalza su Koopmeiners e carambola in rete, a siglare lo 0 a 2. Sul finale gli orobici provano a riaprirla con la rete di Scalvini, la cui carta d’identità recita 11 dicembre 2003 e che dunque diventa così il marcatore nato più tardi nella storia della Serie A. La difesa scaligera non traballa più e Tudor e i suoi riescono ad espugnare Bergamo.

Grande prova collettiva dell’Hellas, abile a sfruttare le difficoltà psico-fisiche degli avversari. L’Atalanta paga le scorie della sconfitta nei quarti di finale di Europa League ad opera del Lipsia. Unica nota negativa in casa Verona è un Koray Gunter totalmente confusionario. Se il difensore turco esce dal campo per cambio e non perché espulso lo deve solo alla magnanimità (o alla negligenza?) dell’arbitro Paganini, che gli nega un secondo giallo abbastanza solare.

Il curioso rapporto tra Hellas e Bergamo

Per la seconda stagione consecutiva il doppio confronto di campionato fra le due squadre termina in perfetta parità, con il risultato dell’andata ribaltato al ritorno, sempre con la vittoria della squadra in trasferta. L’anno scorso gli scaligeri erano riusciti a superare per 0-2 gli orobici a Bergamo, prima di subire lo stesso passivo nella partita di Verona.

Con la partita di ieri sera l’Hellas si vendica della sconfitta del Bentegodi dello scorso dicembre. Il contrappasso sportivo è accentuato anche dalla parabola di giocatori come Miranchuk e Koopmeiners, giustizieri dei gialloblu all’andata, ieri sera rispettivamente desaparecido e autore della sfortunata autorete che ha di fatto deciso il match.

Bergamo rimarrà comunque, al di là degli scontri di questi anni, un luogo felice nell’album dei ricordi dell’Hellas. È qui che, con il pareggio del 12 maggio 1985, i gialloblu di Osvaldo Bagnoli e del compianto Emiliano Mascetti sono riusciti ad alzare lo storico Scudetto. Nessun trofeo vinto questa volta, ma l’ennesima riprova di un gruppo pronto a lottare per qualcosa di più di una salvezza tranquilla.