Emanato un piano di controllo delle nutrie nel territorio veronese. Danni incalcolabili alle coltivazioni e agli argini, con sicurezza idraulica a rischio
Di: Pierantonio Braggio
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Catture e abbattimenti delle nutrie in tutta la provincia, dopo settimane di stop. Coldiretti:
con l’entrata in vigore del nuovo piano regionale di controllo della nutria, approvato nei
giorni scorsi dalla Giunta veneta, spiega Coldiretti Verona, gli agricoltori possono
ricominciare a posizionare le trappole, riprendendo anche gli abbattimenti diretti, sotto il
controllo delle Unità Organizzative Coordinamento gestione ittica e faunistico -venatoria.
Un provvedimento atteso, dagli imprenditori agricoli dopo la scadenza del vecchio
programma di contenimento dello scorso 30 giugno, perché gli animali selvatici, ormai,
hanno colonizzato le campagne. Alla ricerca d’acqua e di nutrimento, le nutrie hanno
razziato i campi e gli orti coltivati a verdura, creando gallerie lungo gli argini, con alto
rischio idraulico e la fragilità del terreno, che causa crolli, con estesi franamenti lungo i
corsi d’acqua, mettendo in pericolo anche lavoro e i mezzi.
Il nuovo piano, aggiunge Coldiretti Verona, resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025..
Confermata la preferenza della cattura mediante trappole, mentre i conduttori dei fondi
potranno procedere direttamente alla soppressione del capo, anche se privi di porto
d’armi, attraverso dispositivi ad aria compressa con potenza non superiore a 7.5 Joule.
Resta confermata la possibilità di smaltimento dei capi catturati e abbattuti, in campo, nel
limite di 10 capi per ettaro e per giorno, previo sotterramento. Possibile l’abbattimento
diretto con arma da fuoco, tutto l’anno e anche nelle ore notturne (in questo caso va
indossato un gilet ad alta visibilità), da parte del proprietario conduttore dei fondi, in
possesso di licenza di caccia e di idonea assicurazione, se appositamente formato.
Questa possibilità di intervento è comunque soggetta al coordinamento dei servizi di
polizia provinciale. Qualora il capo abbattuto non sia facilmente recuperabile, può essere
lasciato in loco (ad esempio in un canale), in ragione del fatto che non è dimostrata la
trasmissibilità di malattie infettive all’uomo e agli animali. Coldiretti Verona: “Ciattendiamo,
e proporremo al tavolo regionale, interventi di sostegno in grado di potenziare l’attuazione
delle attività di cattura e abbattimento. L’impegno richiesto all’agricoltore, con la posa e il
controllo delle trappole, non è irrilevante, in termini di tempo. Inoltre, per la parte che
riguarda gli abbattimenti, tramite catture o sparo diretto, al personale volontario, a esempio
cacciatori appositamente formati, vanno riconosciuti perlomeno i costi vivi”. Come si
evince da quanto sopra, l’intervento descritto si è reso assolutamente necessario – la
questione ”danni”, è tema non di oggi – e come previsto, va eseguito in modo equilibrato e
contenuto, nel massimo rispetto della natura, che significa anche “nutrie”, ma l’eccessiva
diffusione delle stesse non può essere di danno all’uomo e al risultato del suo pesante
impegno, nelle coltivazioni.