Meritato, ma sudatissimo. Nell’odierno angolo di Eupalla, una riflessione sulla partita dell’Italia e un consiglio al Mister: occhio a Raspadori

Di: Andrea Panziera

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Non so se i calciatori azzurri abbiano mai sentito parlare di Angelo Beolco, detto il Ruzante. In caso di risposta negativa, consiglio loro di leggerne qualche opera, in particolare La Betia.

Probabilmente in modo del tutto inconsapevole, hanno fatto propria una delle massime di questo scrittore e drammaturgo padovano, estremizzandone il contenuto e riadattandolo allo sport. Parafrasando, a proposito dell’incontro di ieri con l’Austria, Ruzante avrebbe sicuramente detto: “Nel calcio, per ogni gaudenza, ci vuole sofferenza”.

Ecco, se devo esprimere un giudizio il più sintetico e significativo possibile sul match contro Alaba e compagni, mi verrebbe da dire “meritato, ma sudatissimo”, con un pernicioso attacco alle coronarie dei tifosi più cardio-labili.

È indubbio, come affermato dal C.T. Roberto Mancini in conferenza stampa, che gli azzurri nel primo tempo hanno sprecato più di un’occasione per portarsi in vantaggio; tuttavia, nel secondo abbiamo rischiato più del lecito e, se non siamo andati sotto, dobbiamo ringraziare la tecnologia.

Non penso che vi sia stata una sottovalutazione degli avversari, che hanno comunque disputato una partita egregia. Appare però difficilmente contestabile che alcuni giocatori non si siano ripetuti ai livelli degli incontri precedenti. E ciò non per sopravvenuta “broccaggine”, bensì per desuetudine ad affrontare a scadenze ravvicinate impegni internazionali di tale importanza

In alcune circostanze, siamo stati decisamente leziosi; in altre, invece, siamo stati spreconi e imprecisi, soprattutto nell’ultimo passaggio e nelle conclusioni a rete. A mio avviso, il punto debole della squadra rimane l’attacco: siamo composti da elementi molto generosi, ma spesso lo spendersi nella corsa va a svantaggio della precisione. Certo è che non si può sempre contare sulle giocate estemporanee dei singoli come grimaldello per scardinare le difese altrui, a maggior ragione se si è in grado di creare occasioni non banali frutto di trame di gioco ben congegnate.

Da adesso in avanti, ci attendono impegni ancora più probanti. Per quanto visto finora, a mio avviso, non esistono avversari imbattibili, ma allo stesso tempo non lo siamo neanche noi. Fossi in Mancini, darei una occhiata attenta alla panchina. Mi permetto anche di suggerire un nome: Raspadori. Per caratteristiche, mi ricorda un po’ il Pablito del Mondiale ’82: potrebbe essere la sorpresa che nessuno si aspetta.

Le pagelle di Eupalla

Donnarumma: 6/7

Di Lorenzo: 6+

Acerbi: 6,5

Bonucci: 6+

Spinazzola: 7+

Jorginho: 6,5

Barella: 6- –

Verratti: 6- –

Berardi: 5

Immobile: 5,5

Insigne: 5,5

Locatelli: 6

Pessina: 7

Chiesa: 7+

Belotti: 6

Roberto Mancini: 7