Piazza delle Erbe e i suoi misteri, l’arco della Costa e la costola di balena appesa: simbolo di protezione, “souvenir” oppure insegna pubblicitaria?

Di: Elisa Silvestri

LEGGI ANCHE: Le origini della Colomba pasquale e l’alternativa veneta: la “fugassa”

Camminando per il centro storico di Verona, gli occhi più curiosi e attenti noteranno sicuramente un particolare. In piazza delle Erbe, dopo le Case Mazzanti, troviamo l’arco della Costa, una struttura che funge da passerella e collega questa piazza con piazza dei Signori. Appeso all’arco sta un oggetto singolare, le cui origini sono tutt’ora avvolte dal mistero.

Il mistero dell’arco della Costa: ipotesi e datazione

Cr. ph. Elisa Silvestri

Di cosa si tratta? Le ipotesi a riguardo sono numerose. In primo luogo, si tratterebbe di una costola di balena o di un rettile marino chiamato ittiosauro, ossia una reliquia portata dai crociati, proveniente dalla Terra Santa e appesa come simbolo ex voto.

In secondo luogo, si pensa che possa essere un fossile di un qualche mostro trovato sui monti Lessini, appeso all’arco della Costa con la funzione di proteggere la città di Verona. Oppure, ancora, potrebbe essere un “souvenir” portato dai veronesi nel 1571 d.C., in occasione della partecipazione alla battaglia di Lepanto contro i Turchi.

L’ipotesi più probabile, tuttavia, spoglia il reperto di ogni sua accezione occulta. Esso sarebbe nient’altro che una semplice insegna pubblicitaria delle antiche spezierie – al giorno d’oggi conosciute come farmacie – che svolgevano la loro attività in questa zona della piazza. Difatti, si narra che la polvere dell’osso grattugiato avesse proprietà medicinali.

Grazie a tre rappresentazioni pittoriche, è possibile risalire al periodo in cui l’osso è stato appeso all’arco. All’inizio del Seicento, sopra una tela di Sante Creara e in una mappa del 1630 d.C., l’arco era privo della costola; se assente nelle datazioni precedenti, l’osso compare, invece, in una stampa del 1750 d.C..