Quando mancano il contatto sociale e la progettualità, nasce l’apatia: una routine azzerata e la spia d’allarme sulla salute mentale

Di: Marina Storti

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9 marzo 2020: sveglia, lavoro, mangiare e, ancora, lavoro, mangiare, dormire. Un anno più tardi, è il 15 marzo 2021, ma le azioni sono rimaste invariate. Così, giunge un altro sabato sera, un ulteriore weekend tra le mura di casa. Sono le 21 di sabato, ancora, e tu sei sul divano immerso nei tuoi pensieri. Arriverà un sabato differente?

Niente più viaggi né uscite serali: la routine è azzerata. I giorni si presentano uguali, monotoni, senza più attese e pretese. Come era la situazione quando si prenotava un tavolo al ristorante preferito per le ore 21? O quando si compravano i biglietti del cantante che, dopo una lunga attesa, arrivava nella tua città? Niente gioia, niente attesa, solo sopravvivenza.

Non dimentichiamo le relazioni sociali: i contatti sociali sono ridotti allo stremo e la possibilità di conoscere persone è pressoché annullata. Persino i conoscenti di una vita, con la mascherina, faticano a capire chi tu sia.

“La speranza ci porta ad agire, è quel movimento interiore che spinge ad andare avanti, per andare incontro a situazioni che speriamo possano verificarsi: io spero che l’esame vada bene, di trovare un lavoro, di trovare un fidanzato. Faccio allora qualcosa per ottenerlo. I giovani vivono adesso un ‘effetto limbo’. L’incertezza blocca la progettazione. Noi cerchiamo la sicurezza nel controllo, nel momento in cui dobbiamo camminare in un terreno più instabile, iniziamo ad avere problemi”.

– Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza

Quando manca la progettualità, nasce l’apatia. A mancare non è l’aperitivo, bensì il senso dell’aperitivo – spiega la dottoressa Manca. Il confronto è un elemento di crescita che conduce ad affrontare se stessi quotidianamente. La mancanza ha acceso una spia d’allarme sulla salute mentale.