Nell’odierno angolo di Eupalla parliamo di uno “zio” speciale per l’Inter: Beppe Bergomi. Che il suo pronostico si riveli azzeccato?
Di: Andrea Panziera
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Beppe Bergomi, dopo Javier Zanetti, è stato il giocatore interista con il maggior numero di presenze in Campionato. Come l’argentino, ha portato la fascia di capitano per molti anni, onorando la maglia nerazzurra in campo e fuori.
Il soprannome “zio” gli è stato dato dai suoi compagni di Nazionale nel Mondiale vittorioso del 1982. A dispetto dei suoi 19 anni, infatti, Bergomi giocava come un veterano, marcando in modo impeccabile i più forti attaccanti del mondo. E, forse proprio per cercare di nascondere la sua giovane età, si era fatto crescere un paio di baffoni neri, che oggettivamente lo facevano sembrare più vecchio. Da qui l’appellativo con cui tutti da allora lo chiamano.
Da tempo lo zio è opinionista fisso su Sky assieme a Fabio Caressa, con cui forma una coppia di commentatori sportivi molto affiatata e competente. Già da qualche settimana Bergomi sostiene che la favorita per la vittoria finale è il Milan. Gli sviluppi delle ultime giornate mi inducono a ritenere che questo pronostico sia tutt’altro che avventato.
Da tifoso interista, lo dico a malincuore, ma questa sembra un’annata predestinata al rossonero. Nonostante la prolungata assenza di Ibrahimovic, i giocatori di Pioli non perdono un colpo: superano indenni anche gli ostacoli all’apparenza più impegnativi. Molto per merito loro, sciorinando un calcio veloce e convincente, anche un po’ grazie a quel pizzico di buona sorte (leggi rigori sbagliati dagli avversari nei momenti topici del match) che spesso fa la differenza. Insomma, l’importanza del famoso “fattore C”, senza il quale gli incontri in equilibrio non si vincono.
L’unico elemento che potrebbe frenare la corsa del Milan sono gli impegni su più fronti, soprattutto qualora questi si prolungassero nel tempo, perché la rosa nel suo complesso è sicuramente meno ricca dei principali competitors. La ripartenza delle Coppe chiarirà molte cose, in termini di reale priorità di obiettivi e di tenuta fisica.
Per quanto concerne le altre formazioni, la conferma arriva dalla Roma quale terza forza in solitaria. Dallo scontro diretto fra Juve e Napoli allo Stadium probabilmente si capirà chi è destinato a nutrire ancora ambizioni di lotta per lo scudetto ovvero a porre le rispettive competizioni europee come principale obiettivo della stagione.
Si confermano le ottime performances del Verona fra le cosiddette provinciali. In coda, il Toro sembra dal canto proprio essersi destato dal prolungato torpore, mentre il Parma pare avvitarsi in una crisi che, come prassi in questi casi, prelude all’inevitabile avvicendamento dell’allenatore.
La lotta per la permanenza nella serie A si annuncia molto combattuta e dall’esito incerto – e, forse, imprevisto a inizio torneo. Ma, si sa, nel calcio, come nella vita, le certezze sono poche. Chi magari ad agosto pensava di navigare in tranquillità a centro classifica dovrà sudare le proverbiali sette camicie per non retrocedere.