Medico, giornalista scientifico, mamma di sei figli: Roberta Villa e il suo canale YouTube
Di: Chiara Tomasella
LEGGI ANCHE: Quando YouTube incontra la divulgazione scientifica – Dario Bressanini
Le tematiche affrontate tra un video e l’altro, in un ambiente informale e accogliente, sono le più varie. Dalla sensibilizzazione verso i bias cognitivi (soprattutto verso il bias di conferma) all’attenta analisi dell’argomento vaccini, Roberta Villa riesce a spiegare con calma e pacatezza quanto c’è da sapere, in clip di pochi minuti facilmente visualizzabili in un momento di pausa.
Le pause, quelle parentesi di relax mentale e fisico in cui siamo forse più ricettivi, meno ostili verso un’informazione che non sia in linea con un nostro pensiero (o preconcetto): ecco gli attimi giusti per domandarsi se davvero una qualche nostra convinzione è una verità incontestabile o necessita di una riflessione più approfondita, tenendo a mente che lo spazio del litigio non è lo spazio della corretta informazione.
Gli interventi da consigliare sarebbero fin troppi; come di consueto, mi limito a offrire una panoramica generale di quanto potrete approfondire seguendo i link presenti nell’articolo.
I vaccini
Una tematica quanto mai attuale e non solo per la salienza che ha l’argomento nel clima d’attesa per le dosi vaccinali di Pfizer e BioNTech. Già all’interno di video risalenti a due-tre anni fa, Villa riporta norme generali d’igiene e dati sullo status del servizio sanitario nazionale che ad oggi suonano incredibilmente familiari, ma che avrebbero già dovuto esserlo da tempo.
La situazione odierna, da molti percepita come nuova e improvvisa sotto tutti i punti di vista, non lo è poi così tanto, considerando i singoli elementi di cui è composta. Un’operazione semplice per rendersene conto è cercare online qualsiasi documento (audiovisivo o scritto) che tratti la tematica, nascosta, prima dell’emergenza, dal rumore degli altri argomenti in agenda.
La resistenza agli antibiotici
Un altro problema che rischia di andare aggravandosi e far squillare la campanella del “ve l’avevamo detto” anche in futuro è quello della resistenza dei batteri agli antibiotici.
I batteri sono piccole, semplici creature, ma possono creare grandi, complessi danni: anche in biologia, le dimensioni non contano. A volte, però, siamo noi, con il nostro comportamento poco responsabile, a dar modo a questi procarioti di evolversi a nostro svantaggio, creando una pressione selettiva verso una maggiore resistenza ai farmaci.
L’antibiotico non è la panacea universale: occorre usarlo SOLO in presenza di un’infezione batterica, rispettando il ciclo di utilizzo del farmaco in maniera precisa. In caso contrario, le semplici e piccole creature appena menzionate impareranno a proliferare indisturbate, a un ritmo più veloce di quello con cui la ricerca possa sviluppare adeguati strumenti di contrasto.
Non trascurare i problemi del presente per evitare di restarne spiacevolmente sorpresi in avvenire sembra essere un’ottima morale.
Per concludere, qualche altro suggerimento
- Perché non facciamo i test prevaccinali? La risposta veloce è: perché non esistono. Alla base di tutto, la valutazione del rapporto rischio-beneficio.
- I vaccini causano l’autismo? Risposta veloce: no, il tutto è nato da un episodio infelice, il caso Wakefield, qui raccontato da Villa.
- A quanti controlli è sottoposta la produzione di un vaccino? Occorre veramente averne paura? Due risposte: “tanti” e “no”. Un click per sentire la spiegazione più dettagliata.