Non solo scienze dure: gli approfondimenti storici del Festival della Mente di Sarzana, con Alessandro Barbero

Di: Chiara Tomasella

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Il Festival della Mente di Sarzana è un incontro periodico a cadenza annuale che si svolge nell’arco di tre giornate, la cui prima edizione risale al settembre del 2004. Dedicato “alla creatività e alla nascita di nuove idee”, abbraccia tematiche disparate, spesso radunate intorno ad un argomento di discussione più ampio. Nel 2020, ad esempio, le conferenze e gli interventi avevano come fulcro e parola chiave il sogno, raccontato attraverso la letteratura medievale, la serendipità o, ancora, in prospettiva ambientalista, come sogno da concretizzare per un domani migliore.

Fra il 3 e il 5 settembre 2021 è attesa la diciottesima edizione dell’evento, il cui programma sarà reso disponibile online a metà luglio: nel frattempo, è sempre possibile riascoltare gli interventi degli ospiti che si sono succeduti in tutte e diciassette le edizioni precedenti, o rivedere i 606 video disponibili all’interno del canale ufficiale su YouTube.

Per darne un esempio, avviciniamoci dunque alla sezione storica dell’archivio multimediale appena citato, andando ad esaminarla un po’ più da vicino.

DIVULGARE LA STORIA

Alessandro Barbero è uno degli ospiti più affezionati del Festival della Mente, al quale partecipa per la prima volta nel 2007 con un ciclo di tre interventi sulle invasioni barbariche, per poi tornarvi regolarmente negli anni successivi.

Pur essendo specializzato nel periodo medievale, Barbero è amato e apprezzato dal pubblico per la vivace capacità di raccontare qualsiasi epoca, guerra o personaggio, in maniera accattivante e coinvolgente. Autore di saggi e libri di narrativa, nel 1996 è vincitore del Premio Strega con il romanzo Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, edito da Mondadori.
Non manca, tra i mezzi di comunicazione e divulgazione utilizzati da Barbero, neppure la televisione: collaboratore della nota trasmissione Superquark, conduttore del programma a.C.d.C. per Rai Storia, più di recente è voce narrante del documentario dedicato ad Alighieri Durante, detto Dante, trasmesso per Rai Cultura nel 2020.

Riscopriamo insieme l’ultima delle conferenze tenute da Barbero a Sarzana per l’edizione 2014 dell’evento.

Le isole Falkland: come iniziò la guerra

Per capire le origini del conflitto, occorre per prima cosa sapere che cosa sono le “Islas Malvinas”, come vengono chiamate dagli argentini. Si trattava, e si tratta tutt’ora, di un arcipelago dell’Atlantico Meridionale che, per dimensioni, ha in totale circa metà dell’estensione territoriale della Sicilia: dal 1833, era abitato in prevalenza da coloni britannici, cittadini inglesi a tutti gli effetti.

L’Argentina, all’epoca del conflitto, era governata da un regime dittatoriale, uno dei più sanguinari del Novecento. È l’epoca dei desaparecidos, delle madri di Plaza de Mayo, e neppure la congiuntura economica arride al governo: l’inflazione è galoppante, la giunta militare sa che deve agire per frenare il vertiginoso calo di popolarità tra la gente.

Sale al potere, nel 1981, Leopoldo Galtieri: con un colpo di Stato, si autoproclama presidente a vita, con l’autorità di nominare un successore. Uno dei primi atti per cui si rende noto è proprio la forte presa di posizione contro la presenza inglese a oltre 500km dalla costa argentina: riprendere le Malvine è l’obiettivo programmatico per la sua presidenza, con il presupposto che sia un’impresa facile, un modo rapido e indolore per riguadagnare la stima del popolo e dare un colpo di spugna ai reali problemi della nazione.

Il precipitare della situazione

Nel precedente quindicennio, gli inglesi avevano in realtà intavolato più di una prospettiva conciliante per la gestione delle isole, anche grazie al patrocinio dell’ONU; nel comunicato relativo all’ultimo degli incontri fra i diplomatici argentini e quelli inglesi, tenutisi a New York a fine febbraio del 1982, si testimonia un clima disteso, ben diverso da quello che trasparirà di lì a poco per volontà del governo militare argentino.

A marzo del 1982, iniziano le pressioni per un trasferimento di sovranità: all’Inghilterra viene intimato di fornire una data per la cessione delle isole all’Argentina, con un non troppo velato riferimento all’intenzione di ottenerla con la violenza, se necessario.
A Londra, nessuno si aspettava questo gesto.

Il Primo Ministro inglese, in quegli anni, è Margareth Thatcher. La questione irlandese, all’epoca, è la più importante e spinosa che l’Inghilterra debba gestire; inizialmente, si pensa di proporre un negoziato agli argentini, ma l’aria che si respira non sembra rendere possibile un’azione pacifica. Viene dunque predisposto un intervento militare.

Il 31 marzo, i servizi segreti americani comunicano all’Inghilterra che la flotta argentina è già schierata e diretta verso le Falkland. Occorre perciò rispondere, e il parlamento inglese voterà a favore della partenza della propria flotta, radunata preventivamente, con la speranza che si rinunci comunque a far accadere il peggio, ovvero lo scontro vero e proprio.

“Ci sono molti rischi nel non fermare i dittatori”, dirà la Lady di ferro:

Dictators can be deterred, they can be crushed — but they can never be appeased.

Margareth Thatcher

Lo stato d’animo degli argentini, allo svolgersi di questi eventi, volge al peggio: per come andrà il corso della breve guerra, mai esplicitamente dichiarata tale, il sentimento popolare si fece avverso alla dittatura.

In giugno, Leopoldo Galtieri è costretto a dimettersi e la giunta militare, poco dopo, indirà libere elezioni.

CONCLUSIONI E CONSIGLI:

La situazione delle Falkland avrebbe potuto avere, se trattata diversamente, un corso ben diverso. L’insegnamento forse più importante da trattenere, in merito alla vicenda, riguarda il modo in cui ci si può approcciare alla risoluzione di una disputa: tramite la violenza e l’imposizione, o per vie diplomatiche, con lungimiranza e disponibilità al dialogo.

Cosa convenga scegliere ai popoli può essere giudicato in base allo svolgersi della Storia, che a volte, tristemente, mostra gli errori del passato ripetersi con ciclicità.