Procedendo per passi semplici e schematici, tentiamo di fare chiarezza su tipologie, funzionamento e utilità dei vari test diagnostici per il SARS-Cov-2
Di: Diana Scatozza
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È passato ormai quasi un anno da quando il SARS-CoV-2 è stato identificato per la prima volta in Cina. Era il dicembre 2019. Ed è passato poco meno di 1 anno da quando ha fatto la sua comparsa in mezzo a noi.
Le informazioni che riceviamo ogni giorno dalla divulgazione sono davvero tante, la ricerca prosegue a ritmo velocissimo e le comunicazioni, purtroppo spesso discordanti, si susseguono allo stesso ritmo. La conseguenza? Una sensazione di spaesamento e di confusione.
Proviamo quindi a riordinare le idee, a fare chiarezza su un argomento tra i più attuali: i test diagnostici. Come possiamo muoverci tra i vari test di cui abbiamo tanto sentito parlare? Il modo migliore è senza dubbio quello di procedere per passi.
Passo 1: le 4 situazioni in cui ci si può trovare
Prima di tutto, identifichiamo 4 situazioni differenti in cui ci si potrebbe trovare:
- sono asintomatico, ma sono entrato in contatto con persone SARS-CoV-2 positive: è necessario accertare se ho contratto il virus, per essere isolato (quarantena) ed evitare che lo diffonda;
- presento sintomi, ma non so se dipendano dalla COVID: è necessario confermare la presenza del virus, per essere isolato (quarantena) e trattato farmacologicamente;
- sono guarito ed entro in convalescenza: avrò sviluppato gli anticorpi che mi proteggono da una nuova infezione con lo stesso virus?
- Non ho mai avuto sintomi specifici del COVID e penso di non essere mai stato a contatto con persone SARS-CoV-2 positive: ne sono sicuro? Magari scopro che ho gli anticorpi anche se sono stato sempre asintomatico o ho fatto un’influenza che non è stata identificata come COVID.
Passo 2: alcune precisazioni cliniche
A rigore di precisione, il virus è il SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome CoronaVirus 2); COVID-19 è invece la malattia che il virus provoca (COronaVIrus Disease-2019).
Per comprendere più facilmente il meccanismo dei test, teniamo presente che il virus è evidenziabile già nelle prime fasi dell’infezione. Gli anticorpi, al contrario, vengono prodotti dal sistema immunitario a partire da circa 7-10 giorni dopo l’esordio dei sintomi.
Passo 3: specificità e sensibilità dei test
Introduciamo ora i due concetti di specificità e sensibilità di un test.
La specificità è la capacità di un test di risultare negativo se applicato a un non infetto. Un esame è specifico al 100% quando tutti i sani risultano negativi.
La sensibilità è la capacità di un test di risultare positivo se applicato a un infetto. Un esame è sensibile al 100% quando tutti i malati risultano positivi.
Più elevate sono la specificità e la sensibilità di un test, più bassa è la probabilità di avere dei risultati falsi positivi (bassa specificità) o falsi negativi (bassa sensibilità).
Passo 4: i test
Arriviamo quindi al punto: i test.
Test molecolare su tampone nasofaringeo/orofaringeo
Si utilizza nei casi sospetti (situazione 1 e 2). Consiste nel prelievo delle cellule superficiali della mucosa della faringe posteriore o del rinofaringe mediante un piccolo bastoncino ovattato, simile a un cotton fioc. Il prelievo è rapido e deve essere eseguito da personale specializzato. Questa metodica cerca la presenza del virus attraverso il suo acido nucleico (RNA) nel campione di cellule prelevate in soggetti asintomatici, pre-sintomatici o sintomatici.
Il risultato può esser ottenuto in un minimo di 3-5 ore, ma situazioni organizzative e logistiche possono richiedere anche 1-2 giorni. Nei pazienti ospedalizzati, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’esecuzione di tamponi ripetuti con regolarità, in modo da monitorare l’eliminazione del virus e di subordinare le dimissioni dei pazienti clinicamente guariti al riscontro di almeno 2 tamponi negativi a distanza di 24 ore.
Test antigenico rapido su tampone nasale, naso-oro-faringeo, salivare
Anche questo test si utilizza nei casi sospetti (situazione 1 e 2). È sviluppato per produrre risultati più rapidamente (30-60 minuti), con minor costo e senza la necessità di personale specializzato. Anche questo test antigenico agisce sul campione di cellule, ma, a differenza del precedente, cerca la presenza delle proteine virali (antigeni).
È meno sensibile del test molecolare, perché può risultare negativo (falso negativo) se la concentrazione degli antigeni è inferiore al limite di rilevamento del test. Perciò, un risultato negativo del test antigenico non esclude la possibilità di un’infezione da SARS-CoV-2: la negatività del campione, a fronte di forte sospetto di COVID, dovrebbe essere confermata mediante il test molecolare.
Il test molecolare sembra avere una maggiore sensibilità prima della comparsa dei sintomi; nella fase iniziale immediatamente successiva all’inizio dell’infezione, i test antigenici rapidi e quelli molecolari hanno invece una sensibilità simile.
Test sierologico
Il test sierologico cerca gli anticorpi specifici per il virus, che si sono sviluppati nelle persone che sono entrate in contatto con il virus (situazione 2) anche in assenza di sintomi (situazione 3 e potenzialmente 4). Tuttavia, non può confermare o meno che ci sia un’infezione in atto (situazione 2). Per questo, in caso di positività, per conferma è necessario effettuare un test molecolare su tampone. Ricordiamo che gli anticorpi si sviluppano solo dopo circa 7-10 giorni dall’inizio dei sintomi.
Il test può essere convenzionale o rapido. Quello convenzionale si basa sul prelievo di sangue venoso e rileva la presenza qualitativa e quantitativa degli anticorpi. L’esecuzione richiede attrezzature specifiche e personale esperto. Il test rapido, invece, si basa sul prelievo di sangue capillare mediante puntura al polpastrello e utilizza un dispositivo semplice, che rileva la presenza solo qualitativa degli anticorpi, senza misurarne la quantità. Pertanto, ha una bassa sensibilità, il suo impiego non è sostitutivo di quello dei test convenzionali ed è accettato in alcune condizioni particolari – difficoltà nell’esecuzione del prelievo o nel ricorso a un laboratorio specializzato, per esempio, oppure quando è richiesta una risposta rapida e preliminare.
In breve…
Il test molecolare e il test antigenico sono diretti: rilevano la presenza di parti del virus e sono positivi già nelle prime fasi dell’infezione indipendentemente dalla presenza dei sintomi.
I test sierologici sono indiretti: rilevano la presenza degli anticorpi che indicano un’infezione pregressa o in atto, in quest’ultimo caso a partire da 7-10 giorni dall’inizio dei sintomi.
Di seguito, una breve e concisa tabella di riassunto
La Dottoressa Diana Scatozza è Medico (Albo Ordine dei Medici di Milano n. 25970) e Specialista in Farmacologia Clinica e in Scienza dell’Alimentazione, con indirizzo dietologico-dietoterapico. È Professional Advanced Counselor a indirizzo analitico-transazionale (iscrizione AssoCounseling n. A1248). È Presidente dell’Associazione Qui e Allora – Curare e Prendersi Cura Onlus, che si occupa di curare i pazienti integrando competenze mediche e psicologiche. Ha pubblicato contributi scientifici in numerose riviste nazionali e internazionali. Consulente per l’argomento, Farmacologia, Dietologia e Alimentazione di diverse riviste laiche e reti televisive. Lavora anche via piattaforme per videochiamate e vive a Milano.