Maestro, genio indiscusso e versatile, tuttologo del pentagramma: Franco Battiato era questo, ma anche molto di più

Di: Andrea Panziera

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Maestro, genio, icona dell’artista eclettico, versatile, tuttologo del pentagramma. Franco Battiato era questo, ma anche molto di più.

Un innovatore, amante della musica d’avanguardia, ma al contempo profondissimo ricercatore delle espressioni culturali millenarie, le danze Sufi e i suoni orientali, il misticismo tanto quanto l’invettiva civile. Una sorta di archeologo cibernetico, mai sazio di riscoprire espressioni remotissime o sperimentarne di inusitate. Probabilmente, è l’autore della più bella canzone d’amore degli ultimi 50 anni: La Cura. Così come di brani intrisi di una spiritualità purissima, quasi uno sguardo rivolto alla vita oltre la vita.

Si è cimentato, con indubbio talento, in tutti i generi musicali, inclusa l’opera lirica. Non per soddisfare qualche smania di superiorità artistica, ma solo per appagare la sua sete di conoscenza, la sua curiosità intellettuale, la sua voglia di comprendere il significato profondo e recondito delle moltissime forme di comunicazione dei popoli. Tale e tanta era la sua vena creativa, parimenti fuori dai canoni in voga nel suo ambiente era la riservatezza con cui proteggeva la sua esistenza.

Il Musicista

Del suo privato si sa poco o nulla, se non che aveva scelto di tornare a vivere nella sua terra dopo un periodo milanese a inizio anni ’60, durante il quale aveva conosciuto e stretto amicizia con alcuni suoi colleghi cantautori, Gaber e Paoli fra gli altri. Lui ha rappresentato un unicum nel panorama della canzone italiana d’autore, e non solo italiana. Un unicum che lascia una eredità di immenso valore, autentici capolavori che ogni musicofilo dovrebbe conservare nel proprio patrimonio di opere da ascoltare.

Penso soprattutto ai giovani, che con un simile termine di paragone sicuramente trarrebbero grande beneficio riguardo alla qualità di molte delle proposte canore che vanno per la maggiore. Diverrebbe solare la differenza fra un Musicista e un musicante, termini apparentemente simili, ma la cui distanza si misura in anni luce.