Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, si è spento in ospedale a Roma ieri sera, all’età di 72 anni. Già ricoverato per un’altra patologia, le sue condizioni si sarebbero aggravate in seguito al contagio da Covid

Di: Arianna Mantoan

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Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, è mancato ieri sera presso il Policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato da una settimana. Il musicista stava curando da circa un anno una patologia che l’aveva costretto a letto e sembrava essere in via di guarigione. Era al lavoro su alcuni progetti musicali che gli stavano molto a cuore quando è risultato positivo al Covid, che ha compromesso in maniera irreversibile il suo stato di salute già provato.

A dare la notizia sui social sono stati gli amici e colleghi di sempre tramite un post sui canali ufficiali della band. Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli si sono uniti nel cordoglio alla moglie Tiziana Giardoni e alla figlia Silvia. La reazione unanime del mondo dello spettacolo, da Barbara d’Urso (testimone di nozze) a Lorenzo Jovanotti, da Enrico Ruggeri a Massimo Boldi, è di sgomento e dolore.

Così lo ricordano i Pooh

“Stefano ci ha lasciato! Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti ma soprattutto, tutti noi abbiamo perso una persona perbene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Dodi, Red, Riccardo”. Dal sito ufficiale dei Pooh

Gli esordi

D’Orazio si era avvicinato alla musica e alla batteria durante gli anni del liceo, con il gruppo The Sunshines. Con loro ha debuttato come paroliere, firmando il brano “Ballano male”. Da lì in poi D’Orazio ha impiegato tutto se stesso per poter vivere esclusivamente con la musica, declinando le sue abilità artistiche in ogni direzione. Dalla composizione della colonna sonora dello spettacolo “Osram” di Carmelo Bene, al gruppo “I naufraghi”; dalle comparse a Cinecittà e negli spaghetti western fino a collaborare con Totò, D’Orazio non ha mai cessato di stupire.

Amici per sempre: D’Orazio e i Pooh

La storia di Stefano D’Orazio con i Pooh è iniziata nel 1971. L’artista è entrato a far parte della band in seguito all’uscita di Valerio Negrini, nonostante le ritrosie dell’allora produttore Lucariello. Dal 1975 ha poi affiancato lo stesso Negrini come paroliere, firmando brani del calibro di “Storia di una lacrima”, “Numero uno” e “Aria di mezzanotte”. A partire dal 1981, ha iniziato a interpretare i brani assieme agli altri membri della band, unendo al canto anche la cura dell’ambito manageriale dei Pooh, fondando l’etichetta musicale First.

D’Orazio ha lasciato i Pooh il 30 settembre 2009, al seguito di un tour di 38 date conclusosi a Milano e dopo una canzone inedita cantata a quattro voci, “Ancora una notte insieme”. È quindi rientrato brevemente nel 2015 per la commemorazione del cinquantennale, in occasione del quale scrive gli ultimi suoi tre testi per i Pooh: “Tante storie fa”, “Le cose che vorrei”, “Ancora una canzone”.

Il 2020 sarebbe dovuto essere un anno ricco di novità per l’artista. A vedere la luce a marzo 2020, unico fra tanti, è stato il testo del singolo “Rinascerò rinascerai”, interpretato da Roby Facchinetti e dedicato alla città di Bergamo, provata dalla pandemia.

Vogliamo ricordarlo come il gigante musicale che era, inesauribile fonte di ispirazione fino alla fine. Centra questo obiettivo l’ultimo saluto del gruppo I Nomadi: “Per chi vola non c’è frontiera. Ciao Stefano, salutaci le stelle”.