Nei magazzini anfibi e mammiferi da catalogare.
Il Museo raccoglie nelle sue collezioni circa 3.500.000 animali, tra invertebrati e vertebrati.
Si sa il luogo di provenienza ma non esattamente l’epoca a cui risalgono; vanno ripuliti e catalogati, qualche volta anche aggiustati un po’, visto che di anni, alle spalle, ne hanno parecchi.
Sono gli ospiti dei magazzini e dei depositi del Museo di Storia Naturale, esemplari zoologici di specie ed età diverse, che vanno dai grandi mammiferi ai rettili, dagli anfibi ai piccoli insetti.
Una collezione che comprende oltre 3 milioni e mezzo di animali, tra invertebrati e vertebrati, molti dei quali in perfetta salute, catalogati e già conosciuti dal pubblico durante mostre ed esposizioni. Altri, invece, sono in attesa di interventi specifici, per entrare a tutti gli effetti nelle collezioni del Museo ed essere fruibili dalla collettività.
Prima di poter essere esposti e conservati, infatti, i reperti vanno prima studiati, catalogati, talvolta decifrati. Ogni giorno, sono migliaia gli esemplari di collezioni che viaggiano in giro per il mondo, da un museo all’altro, dal museo al singolo ricercatore e da un ricercatore all’altro. Un’attività di studio e ricerca che interessa anche il Museo di Storia Naturale, dal quale non solo escono temporaneamente vecchi esemplari, ma nuovi ne entrano grazie a donazioni, acquisti e continue ricerche condotte sul campo.
Per far sì che il proprio patrimonio venga valorizzato e arricchito, ogni anno il Museo di Storia Naturale individua alcuni argomenti di interesse, contestualizzandoli anche con le mostre temporanee più recenti.
Il lavoro sarà assegnato a tre nuovi zoologi, che fino alla fine dell’anno saranno occupati su tre argomenti specifici.
Chi ha i requisiti richiesti, può partecipare al relativo bando presentando domanda entro il 25 luglio. Gli zoologi lavoreranno a tre progetti distinti, del valore complessivo di 9 mila euro, che contribuiranno a valorizzare le collezioni del Museo e incrementarne l’attività scientifica. Ad ispirare l’ambito di lavoro e ricerca, è stata la mostra “Etiopia, la bellezza rilevata”, ospitata a Palazzo Pompei e conclusasi da poco. Ai tre zoologi esperti, infatti, si chiederà di lavorare sui mammiferi conservati nei depositi, sulla loro catalogazione ma anche sulla loro conservazione, intervenendo con lavori di pulizia e restauro laddove necessario.
Le borse di ricerca fanno seguito alla volontà espressa dal prof. Sandro Ruffo nell’atto di donazione del 2000, di continuare le ricerche scientifiche sulle collezioni zoologiche del Museo di Storia Naturale e sono a lui intitolate.
Tutte le informazioni sul sito del Comune.
Attualmente il Museo raccoglie nelle sue collezioni circa 3.500.000 animali, tra invertebrati e vertebrati. Questi sono conservati sia a “secco”, cioè naturalizzati (imbalsamati, come si diceva una volta) o in pelle (che consente di occupare meno spazio), che in liquido (prevalentemente alcool o formalina). La ricerca si svolge prevalentemente nel territorio veronese ed è finalizzata soprattutto allo studio degli invertebrati. Alcuni progetti vengono realizzati sul territorio nazionale o all’estero in collaborazione con altri enti e istituzioni. La sezione si occupa inoltre dell’allestimento delle sale di esposizione o di mostre temporanee organizza convegni e seminari anche a livello internazionale.
La sezione di Zoologia ha sede a Palazzo Pompei. Le collezioni zoologiche rivestono grande importanza soprattutto per la fauna italiana, in particolare per alcuni gruppi di invertebrati, come gli anfipodi, i coleotteri mediterranei, i ragni, gli echinodermi, i tardigradi. Sono conservate circa 8.000 scatole entomologiche con oltre 1.800.000 esemplari di insetti, 4.000 vasi con circa 620.000 esemplari di altri invertebrati conservati in alcool, 50.000 esemplari di invertebrati preparati a secco (tardigradi, echinodermi, collezioni malacologiche) e circa 20.000 esemplari di vertebrati.