L’azienda Fomet, San Pietro di Morubio, investe nella ricerca e avvia il joint venture con l’estero. Ai vertici la terza generazione
Un’azienda moderna, innovativa, lungimirante, e questo già prima della svolta sostenibile che ha interessato il comparto agricolo negli ultimi anni. Ecco la Fomet di San Pietro di Morubio, nata nel 1973 e da sempre focalizzata sulla produzione e sulla commercializzazione di fertilizzanti speciali e naturali e di prodotti per la nutrizione vegetale.
Parte della Paolo Cappellari Holding, gruppo di proprietà di famiglia, Fomet SpA si è aperta totalmente alla ricerca per mezzo del FometL@b, centro specializzato dotato del Center for Plant Nutrition (CFPN). Gestito da un team multidisciplinare, il centro si è posto l’obiettivo di anticipare i tempi, trovare soluzioni e dare vita a idee innovative nell’ambito di prodotti, processi e tecnologie.
Ricco il catalogo di prodotti proposto dall’azienda. Tra questi, fertilizzanti pensati soprattutto per l’agricoltura professionale, integrata, biologica e biodinamica; e non mancano soluzioni in grado di arricchire il terreno con attività biologica e componenti atti a contrastarne il declino produttivo.
Il nuovo focus di Fomet: dalla quantità all’eccellenza
“Ci siamo fatti trovare pronti alla svolta del settore primario, che, dopo anni di immobilità, ha ripreso a galoppare”, spiegano i vertici Fomet. “Il mercato e i consumatori chiedono sempre di più prodotti che diano garanzie di salubrità; quindi, il focus si è spostato dalla quantità all’eccellenza della produzione, andando incontro alle esigenze di un consumatore moderno e preparato sul tema. Un consumatore, insomma, che dei prodotti legge l’etichetta, le certificazioni, e che analizza i contenuti”.
Sotto questo aspetto, grazie a prodotti testati e certificati, Fomet può garantire servizi di cospicuo rilievo. Tra le altre, all’azienda è stata confermata la congruità rispetto allo standard Mezzi Tecnici AIAB, nonché la certificazione per la qualità dei prodotti rilasciata dall’ICQF. Si aggiungono le ulteriori certificazioni UNI EN ISO 50001, 14001, 45001 e, in particolare, Responsible Care, quest’ultima rilasciata da Federchimica.
Le sfide del futuro, tra sostenibilità e sguardo globale
L’attenzione alla sostenibilità e lo sguardo globale di Fomet si confermano, in primo luogo, con l’avvio di varie joint ventures: in Argentina, anzitutto, dove è attivo uno stabilimento di produzione di fertilizzanti; in Uruguay, dove è in costruzione uno stabilimento analogo a quello argentino; e in Uganda, dove è in atto una società paritetica per la produzione e la commercializzazione di fertilizzanti organici ottenuti da corna e unghie di animali. In secondo luogo, con l’apertura di uffici all’estero, tra cui quello di Shanghai, Cina, e quello di Ahmedabad, nel Gujarat, India. Qui, in aggiunta, è attiva una partecipazione azionaria in una società indiana di reperimento e produzione di matrici vegetali, importanti per i terrenti del Paese con la più alta percentuale di vegetariani al mondo.
Ma c’è di più. Le sfide del futuro vengono affrontate anche innovando le cariche sociali:
“Le basi per guardare avanti con ottimismo ci sono tutte”, spiegano Mattia ed Enrico Cappellari e Virginia Zanardi, rappresentanti della terza generazione Fomet. “Anche in un anno difficile come il 2020, il fatturato è cresciuto del 14%, raggiungendo i 28 milioni di euro del settore agricolo. Le vendite sono cresciute del 10%, con una produzione di oltre 110mila tonnellate di fertilizzanti. Una produzione seguita da uno staff di 64 dipendenti interni e 42 funzionari esteri commerciali attivi sia in UE che nel mondo”.