Fernando Botero, artista di fama internazionale, colpì il mondo con la dilatazione dei volumi: una proposta alternativa ai canoni di bellezza

Di: Marina Storti

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Fernando Botero, icona dell’arte contemporanea di fama internazionale, è noto per le grandi figure che dipinge, divenute il tratto distintivo delle sue opere.

Tuttavia, spesso si ignora l’origine di tali dipinti. Difatti, dietro questi personaggi c’è una motivazione ben differente dalla semplice dimensione: il pittore decise di rivolgersi alla dilatazione delle figure nello spazio.

La dilatazione dei volumi

La sua prima opera raffigura un mandolino, il cui foro di risonanza venne rappresentato con dimensioni molto ridotte, dando origine a uno strumento tozzo e allargato. Si parla, dunque, di volumi e dilatazione, non di figure grosse.

Botero
Cr. ph. Artecracy.eu

Lo stesso Maestro di Medellín lo definì uno stile personale, basato sulla dilatazione di animali, esseri umani e altri oggetti.

Anche sul quotidiano El Mundo Botero affermò: “Non dipingo donne grasse. Nessuno mi crede ma è vero. Quello che dipingo sono i volumi […] non è che ho un’ossessione per le donne grasse”.

Nell’artista, dunque, l’abbondanza è concepita positivamente, come sinonimo di ricchezza e vita: una dimensione ancestrale arricchita dalla sensualità delle forme. La sua dilatazione è nient’altro che una tensione verso la positività.

“La realtà è arida, preferisco comunicare la pienezza”

– Fernando Botero

Fernando Botero e l’esaltazione della vita

Botero
Cr. ph. Libero Blog

Ci si interroga, però, sul perché Botero ritenesse che la dilatazione delle forme fosse sensuale. Egli affermò di associare le forme dei suoi soggetti al piacere, all’esaltazione della vita, in quanto l’abbondanza veniva da lui percepita come simbolo di positività, vitalità, energia e desiderio.

Si tratta, perciò, di una concezione radicata nelle società primitive, tra cui quelle dell’America Latina, per le quali la bellezza e l’abbondanza erano concetti strettamente connessi.

L’arte di Botero è quindi un richiamo al mondo primitivo, dove le forme generose evocavano vita, abbondanza, energia e sensualità. Come dichiarato dallo stesso pittore, non si tratta di un’ossessione dell’artista; l’uomo non presenta nessuna mania verso le persone in sovrappeso, ma dilata semplicemente le figure, realizzando un ampliamento dei volumi.

Una proposta alternativa di bellezza

Botero
Cr. ph. Ansa

Inoltre, durante un suo viaggio in Italia, l’artista rimase affascinato dai pittori dei secoli passati e riprodusse le opere di Giotto e Andrea del Castagno, rimanendo tuttavia fedele al proprio stile.

Al seguito, la dilatazione è divenuta il segno immediatamente riconoscibile dello stile di Fernando Botero, tanto potente da venire applicato anche a soggetti lontani dal concetto di piacere. Basti pensare che l’artista affrontò, tra le varie opere, anche temi tragici come la Passione di Cristo, a cui dedicò un ciclo di dipinti.

Per alcuni, le sue opere sono ritenute portatrici di un significato profondo, ovverosia una proposta alternativa ai canoni di bellezza.

Il riflesso sul presente

Nonostante sia evidente che la riproduzione di figure grasse era finalizzata ad esaltare la vita e l’energia, questo è da ritenersi un importante spunto sul quale affrontare un tema delicato che caratterizza la società attuale.

Botero
Cr. ph. Trend Online

Dagli anni Duemila, la bellezza è divenuta sinonimo di magrezza e apparenza, concetti chiave che ruotano attorno agli stereotipi contemporanei. E l’avvento dei news media ha accentuato ulteriormente il messaggio. La donna magra viene rappresentata felice, popolare: è colei che raggiunge il successo in ambito lavorativo e amoroso, in quanto apprezzata e accetta socialmente.

Si considerino, per esempio, le modelle nel settore della moda: donne esili, sottili, adatte a indossare qualunque vestito. L’ideale di bellezza attuale per lo più esalta la perfezione e “scredita il grasso”, costringendo le donne – ma non solo – a un continuo monitoraggio del proprio fisico attraverso diete ferree e un’eccessiva attività fisica.

Le stesse bambine nascono con figure femminili quali le Winx o la celebre Barbie, caratterizzate da un fisico perfetto che può produrre profonde reazioni in una ragazzina di età adolescenziale, con lo sviluppo di complessi d’inferiorità basati sull’incapacità di raggiungere tali standard sociali. Il rischio è quello di incorrere nello sviluppo di un’errata convinzione secondo cui le donne possono essere accettate solo se riproducono i canoni loro mostrati.

Questa la ragione per cui il mito della bellezza è da considerarsi un’arma contro le donne stesse: rappresenta uno strumento che impedisce loro di esprimere tutte le potenzialità, in una società che ne contrasta il crescente potere.