Chimica, pirateria, musica, arte, il tutto con un pizzico (abbondante) di follia: Barbascura X, in sintesi
Di: Chiara Tomasella
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Il canale di Barbascura X non nasce con l’obiettivo di fare divulgazione. Né, peraltro, con qualche scopo già definito e preciso (eccezion fatta per la volontà di divertirsi e far divertire, incidentalmente, anche il pubblico). Con il tempo, però, qualche linea guida emerge dal caos, fino a che un format in particolare non diventa predominante. Noto con l’accattivante nome di “Scienza Brutta”, l’insieme di video racconta in modo scanzonato le caratteristiche peculiari di animali ormai famosi, come i panda e i koala, dedicando tuttavia anche qualche puntata a zanzare, cetrioli di mare e interessanti anellidi assassini.
Presente – sempre sotto pseudonimo – anche su Instagram, Facebook e Twitch, Barbascura è anche autore di una graphic novel e di un libro. Quest’ultimo, dal titolo Il genio non esiste (e a volte è un idiota), nasce da un progetto di seria comicità itinerante che forse non si può definire se non per ossimori. Edito da Tlon nella collana “Numeri Primi”, racchiude probabilmente l’insieme più pittoresco di lezioni sulla storia della scienza che sia mai stato scritto. Lezioni rigorosamente informali e dannatamente divertenti, che si parli di Democrito o di Darwin, di Newton o di Marconi.
Più nel dettaglio
Lo stile di scrittura ricorda molto da vicino il parlato a cui i membri della ciurma (o, per i profani, gli iscritti al suo canale) sono abituati, soprattutto dalle puntate del “Diario di Bordo”. Qui, Barbascura raccoglie numerosi frammenti di autobiografia, intrecciandoli a tematiche d’interesse generale e a un’invidiabile cascata d’umorismo, anche quando gli eventi non seguono esattamente il miglior corso che potrebbero avere. Chi ascolta s’immedesima nell’interlocutore di una conversazione un po’ sui generis, dove i colpi di scena si mischiano alle risate in un unico, goliardico bailamme, al quale, incredibilmente, ci s’affeziona.
Dalle (dis)avventure di un italiano all’estero alle speciali recensioni turistiche di più di una città europea – o di più di un aeroporto europeo -, Barbascura si fa conoscere in modo molto più immediato di quanto succederebbe se lo incontrassimo per caso e, stringendogli la mano, gli chiedessimo come si chiama. La carta d’identità o una fotocopia della pergamena di laurea non sostituirebbero il ritratto a tutto tondo che possiamo dipingerci tra una clip e l’altra: il montaggio, a volte, salta, mentre sincerità, fiducia e schiettezza non mancano mai.
V’invito dunque a visitare i suoi social e il suo canale: non ve ne pentirete.
Per approfondire
– Come funziona la ricerca scientifica: cos’è la peer review e come gli articoli arrivano alla pubblicazione su rivista.
– I tardigradi e le loro mirabolanti caratteristiche: una buona occasione per una piccola errata corrige verso un mio precedente articolo. Come fa notare Barbascura, l’etichetta di “estremofili” non si applicherebbe correttamente a questi organismi, dal momento che non “amano vivere” in ambienti ostili. Pur essendo capaci di sopravvivere in condizioni generalmente proibitive per la vita, preferiscono non trovarcisi. In sintesi, sono ormai famosi per la loro resistenza alle temperature molto alte o molto basse, alle radiazioni e al vuoto cosmico, ma il loro habitat d’elezione non è certo una pentola d’acqua bollente.
– Trait d’union con il precedente articolo: un ripasso. La sindrome dell’impostore e la famosa massima socratica “sapere di non sapere” come chiave di lettura della realtà.