I controlli sull’attività venatoria e anti-bracconaggio hanno comportato la denuncia di sei persone nel territorio veronese
Di: Pierantonio Braggio
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Dall’inizio della stagione venatoria – lo scorso 20 settembre 2020 – a oggi, la Polizia provinciale di Verona ha denunciato sei persone a seguito dei controlli anti-bracconaggio effettuati nel territorio veronese. Reti abusive, abbattimenti di specie protette e armi non consentite sono alcune delle irregolarità contestate.
Attività venatoria illecita: le sei denunce
Il primo episodio risale al giorno di apertura della caccia. Ad Albaredo d’Adige, un vicentino di 34 anni è stato sorpreso a vagare nei campi con un fucile. L’uomo era tuttavia sprovvisto di porto d’armi, nonché della documentazione prevista per esercitare l’attività venatoria. Una settimana dopo, durante un controllo nel territorio di Bardolino, un agente della Polizia provinciale e una guardia volontaria venatoria hanno contestato a un 50enne il possesso di un fucile automatico caricato con sei colpi anziché con tre, come previsto dalla normativa.
Il 21 ottobre, in località Muni – Comune di San Giovanni Ilarione -, alcuni agenti hanno sorpreso un 62enne veronese intento a sparare ai volatili attirandoli con un richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico. L’apparecchio è assolutamente vietato dalla legge. Mentre procedevano alle contestazioni e al sequestro del richiamo, gli agenti si sono inoltre accorti di diverse piume di fringuello – specie protetta – sulla giacca del cacciatore. Dopo una breve ricerca, hanno quindi rinvenuto sotto un arbusto una borsa contenente 48 fringuelli. L’uomo è stato denunciato per uso di mezzo vietato e per aver abbattuto esemplari di specie non cacciabile.
Nello stesso giorno, nel comune di Garda, le forze dell’ordine hanno individuato una rete per la cattura di avifauna nel cortile di un’abitazione privata. Nella successiva perquisizione, tra il cortile e l’orto, gli agenti hanno trovato altre nove reti. Intrappolati al loro interno diversi capi di specie protetta, tra cui alcuni pettirossi. Il bracconiere custodiva altre otto reti in casa, dispositivi di cui è vietata anche la sola detenzione.
Due, infine, le denunce risalenti alla scorsa settimana. La prima a Badia Calavena: un agente della Polizia provinciale ha sorpreso un cacciatore vicentino ad abbattere un esemplare di fanello, specie protetta. Attività che ha portato alla denuncia dell’uomo e al sequestro del fucile. Stessa sorte per un 50enne veronese, intento a sparare ai fringuelli in località Cengelle, di Cazzano di Tramigna.