Cina, vaccinare il 40% di 1 miliardo e 400 milioni di persone: questo l’obiettivo da raggiungere entro la fine di giugno

Di: Lorenzo Bossola

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Vaccinare il 40% di 1 miliardo e 400 milioni di persone: è questo è il target da raggiungere entro la fine di giugno imposto dalle autorità cinesi. Un compito arduo, viste le premesse da cui è partita, nei giorni scorsi, la campagna di vaccinazione di massa.

Nei primi tre mesi dell’anno, solo 80 milioni di persone sono state immunizzate. Di queste, 36,5 milioni hanno ricevuto la dose di vaccino negli ultimi dieci giorni di marzo, come riferito dalla Commissione nazionale di sanità. Nonostante la Cina abbia arginato l’emergenza molto prima dell’Europa e degli Stati Uniti e la sua economia sia cresciuta del 2,3% nel 2020, il tasso di vaccinazioni pro capite è ancora molto basso, in particolare rispetto agli Stati Uniti.

Il rischio è anzitutto quello di ritornare a piena operatività internazionale dopo il suo diretto concorrente, al seguito sprecando, con la possibilità di nuovi focolai e nuovi lockdown, il vantaggio accumulato. Inoltre, a febbraio 2022, a Pechino, si terranno le XXIV Olimpiadi invernali, che richiederanno inevitabilmente pubblico internazionale, sia in virtù dell’evento stesso sia in favore dell’immagine.

Il virologo e direttore del Centro nazionale per il controllo delle malattie Gao Fu ha affermato che, a cavallo tra il 2021 e il 2022, la Cina dovrebbe raggiungere l’immunità di gregge. Appunto, si prevede entro il nuovo anno l’immunizzazione del 70-80% della popolazione. Ciò consentirebbe di rimuove o allentare le restrizioni ai viaggi internazionali, di fatto riaprendo al turismo di massa. Se tutto procederà come previsto, secondo Oxford Economics, si riscontrerà un aumento del Pil cinese del 9.3% nel 2021.

Ma a complicare ulteriormente il processo è la recente dichiarazione di Gao Fu sulla bassa efficacia del vaccino cinese. Secondo uno studio condotto in Brasile, l’efficacia del Sinovac si attesterebbe intorno al 50.4%; ciononostante, come riportato dalla BBC, altri test avvenuti in Turchia e Indonesia avrebbero mostrato una copertura del 65-91%. La situazione palesa una grande incertezza.

Le campagne promozionali della Cina

In Cina, la vaccinazione non è obbligatoria: la scelta spetta al singolo cittadino. La massa ha inizialmente optato per l’attesa, in quanto i contagi giornalieri e totali sono molto bassi e le notizie sull’efficacia e sicurezza del vaccino stesso sono scarse o poco chiare. Il partito centrale ha così delegato alle autorità locali il compito di invogliare le persone a vaccinarsi.

Figura 1

Per tutta la Cina sono comparse diverse campagne promozionali. In un distretto della città di Shenzhen (深圳市), ad esempio, hanno trovato spazio sulle strade alcuni striscioni propagandistici (Figura 1). La traduzione è “vacciniamoci assieme” e la ripetizione del carattere “苗” (miáo) indica un contesto informale e amichevole. Un’altra tecnica utilizzata è stata la distribuzione di generi alimentari, tra cui le uova, alle persone vaccinate con più di sessant’anni (Figura 2). È avvenuto nel distretto Chaoyang di Pechino (北京市朝阳区) e a Sanya (三亚市), nella provincia del Hainan (海南省).

Figura 2

Sempre a Pechino, la Beijing Economic-Technological Development Area (北京经济技术开发区) ha stanziato 60 milioni di yuan (quasi 8 milioni di euro) in coupon dal valore di 100yuan (circa 12,5 euro), regalati a chiunque si vaccinerà entro il 10 maggio all’interno dell’Area. Ogni coupon è spendibile, anche online, in supermercati convenzionati. Queste iniziative pro-vaccinazione, tuttavia, hanno suscitato non poche polemiche, dovute in primis allo spreco di denaro.

Dalla carota al bastone

Figura 3

L’altra faccia della discrezione degli ufficiali locali nel favorire la vaccinazione è quella del “bastone” che sostituisce la “carota” dei coupon e delle uova. In una città della provincia del Hainan, gli abitanti non vaccinati sono finiti in una blacklist. È stato loro negato l’accesso a una serie di agevolazioni e policy governative, e non hanno potuto viaggiare né entrare in supermercati o bar. Aspramente criticato, questo sistema (chiamato dei “5 no” (五不), Figura 3) è stato infine revocato. Un po’ per mancanza di legislazione appropriata, un po’ perché ritenuto poco efficace.

Tutto ciò mostra come la Cina stia spingendo su ogni fronte per ottenere una copertura vaccinale adeguata in tempi ragionevoli, utile a salvaguardare la popolazione, a riaprirsi al mondo e a proseguire la riconcorsa economica. Obiettivi, questi, che difficilmente sarebbero raggiunti in caso di una campagna di vaccinazione stentata.

(Cr. ph. yiyaozinxun)