Con l’HFT puro che si sta spostando in altri mercati, la velocità raggiunta dalle architetture hardware parla oggi la lingua del PETAFLOP, cioè l’unità di misura della computazione matematica che viaggia a velocità siderali per modellazioni complesse
Di: Fabio Michettoni
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A Maggio 2010, nel momento in cui ho visto i prezzi del mercato azionario USA crollare, era chiaro che era per colpa di un algo HFT andato male. Un algo che ha dato possibilità a tanti di trarre profitto dal violento re-coil seguìto alla rottura di un equilibrio volumetrico che però non ha dato luogo a un processo di aggregazione con continuazione del movimento. Se non fosse stato un errore, per la caratteristica granulare del volume e per il principio di conservazione dell’energia, avremmo assistito a un movimento più profondo dopo il primo scarico. Così non è stato.
Il mercato delle materie prime
Ma il mercato azionario non è l’unico ambito in cui si muovono gli operatori HFT. Trader esperti sono convinti che movimenti violenti di prezzo stiano diventando più comuni anche nel mercato delle materie prime. Così, questi consentono ai più veloci di incamerare profitto in tempi rapidissimi, proprio mentre i prezzi ritornano verso la normalità da zone di squilibrio, seguendo perfettamente la logica di re-coil osservata sul mercato a termine di indici e bond.
Nei mercati delle materie prime, anch’essi colpiti da una serie di mini flash-crash negli ultimi anni, è ragionevole ritenere che vi sia maggiore afflusso di trader che, con il supporto di adeguate strutture hardware, abbiano affinato e adattato alle commodities le stesse spietate tecniche precedentemente applicate a scambi su altri mercati. Tuttavia, malgrado le grandi firme di trading in HFT abbiano negoziato per anni su queste basi, è altrettanto ragionevole ritenere che si stiano applicando nuove strategie non convenzionali. Strategie più aggressive e supportate da tecnologie sconosciute anche a trader navigati.
Tali negoziazioni ad alta frequenza, poco applicate sul mercato delle commodities, “sparate” sul mercato con migliaia di trade a brevissimo termine, potrebbero raddoppiare dall’attuale 15% del totale in forza di una inadeguata regolamentazione che si limita per ora ad osservare, come nel caso dell’Intercontinental Exchange, i picchi di prezzo “non intenzionali”, per non perdere il beneficio della liquidità arrivata su questo particolare mercato e portata in dote dalle aziende operanti in HFT.
Movimenti anomali
Nello stesso tempo però sono proprio i partecipanti al mercato delle commoditie che operano al di fuori dell’HFT a puntare il dito contro le attività guidate dal computer, riscontrando una serie di movimenti anomali dei prezzi che vanno dai rapidi impulsi sul prezzo di gas naturale o del cacao fino agli scatti più profondi e duraturi che scuotono il mercato del petrolio in modo ricorrente, con continue attivazioni di sell-stop, malgrado l’assenza di movimenti di prezzo “aggreganti”.
Movimenti anomali di prezzo che è ragionevole ricondurre all’impiego di nuovi algoritmi introdotti sul mercato delle materie prime simili a quelli che noi di VOLCHARTS abbiamo visto all’opera sui mercati valutari, programmati per pianificare delle soste su specifici livelli di prezzo con istruzioni “SNIFFER”, cioè con istruzioni in grado di intercettare in anticipo “grumi” di volume nei quali affogare la loro azione.
In sintesi, ogni volta che c’è un evento che fa muovere i prezzi, questi SNIFFER cercano di intercettare in anticipo specifici livelli che, per aggregazione di volume, sono in grado di attrarre i prezzi. Un test probante che può infiammare il mercato in maniera improvvisa, disorientando gli operatori e creando vuoti per movimenti contrari.
PETAFLOP
Quindi, l’HFT puro si sta spostando in altri mercati e con tecnologie sulle quali c’è un riserbo assoluto. La velocità raggiunta dalle architetture hardware parla oggi la lingua del PETAFLOP, cioè l’unità di misura della computazione matematica che viaggia a velocità siderali per modellazioni complesse. Il supercomputer di ENI, che viaggia a 54 Petaflop al secondo, esegue 54 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo.
È ragionevole ritenere che simili prestazioni, con la discesa in campo di queste tecnologie, vengano raggiunte anche sui mercati finanziari, specialmente quelli meno liquidi, derivati più sottili, come i sintetici. Mercati emergenti. Obbligazioni e derivati over-the-counter, come i tassi swap, prodotti strutturati. Mercati dove la fornitura di liquidità è essenziale per ridurre le asimmetrie informative su ordini e transazioni, ma che, se ben modellati, come azione da adottare possono produrre ritorni di estremo interesse. Arrivare prima degli altri sull’onda dei PETAFLOP è essenziale. Solo così si trada l’invisibile.