Il Teatro Salieri ha ospitato l’interpretazione di “Falstaff, ossia le tre burle” della Fondazione Arena, proponendo una serata ricca di cultura

Di: Emma Poli

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Martedì 7 ottobre, presso il Teatro Salieri di Legnago, ha avuto luogo l’opera “Falstaff, ossia le tre burle“. Originariamente realizzata dal librettista Carlo Prospero Defranceschi e il celebre compositore Antonio Salieri. Gli autori si sono ispirati a “The Merry Wives of Windsor” di William Shakespeare, adattandone alcune parti all’opera italiana e al pubblico viennese. Ad interpretarla si è impegnata la Fondazione Arena di Verona, basandosi sulla recente edizione critica di Casa Ricordi, con curatrice Elena Biggi Parodi.

Gli ospiti della serata

L’apertura è avvenuta con la presentazione e i ringraziamenti del Direttore della Fondazione Culturale Salieri Marco Vinco. In seguito, sono saliti sul palco insieme al sindaco Paolo Longhi e all’assessore alla cultura Gianluca Cavedo, due rappresentanti della città di Vienna: il primo segretario e capo della Cancelleria Consolare italiana a Vienna Francesco Perale e il membro del Consiglio Comunale e del Parlamento Statale di Vienna Alexander Ackerl.

La loro presenza ha sottolineato un forte legame tra Legnago e Vienna, tra la città natale e il luogo che ha dato uno slancio alla carriera di Antonio Salieri. Quest’ultimo, infatti, è stato il protagonista dell’evento, organizzato per onorare il bicentenario della sua scomparsa. Gli ospiti hanno sottolineato che l’artista è stato importante non solo nel panorama musicale italiano e austriaco, ma ha anche lasciato una grande impronta culturale in tutto il mondo grazie al suo ruolo di Maestro.

Dalla pagina Instagram “Teatro Salieri”

La trama dello spettacolo

L’opera, divisa in due atti, è ambientata a Windsor all’inizio del XV secolo. Tratta in maniera spiritosa delle conseguenze dei disonesti piani del cavaliere Sir. John Falstaff, che si presenta senza invito alla festa dei ricchi coniugi Slender. Attraverso un’ironica descrizione, si comprende fin da subito la natura di Falstaff: un amante del vino e delle belle donne ma, soprattutto, un approfittatore alla continua ricerca di soldi.

Dopo aver informato il servo Bardolf del suo intento di avvicinarsi alle dame Slender e Ford, invia a quest’ultime delle missive uguali, che scatenano un susseguirsi di eventi esilaranti. Ad aggiungersi alla commedia sono i mariti delle due comari, in particolare Mrs. Ford, che attraverso gesti e parole esagerate mostra una forte gelosia. A Falstaff viene dato del filo da torcere, la sua presunzione di riuscire nell’impresa non gli fa vedere le “burle” messe in atto e i travestimenti di chi cerca di imbrogliarlo o carpirgli informazioni.

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Le interpretazioni

Tutti i personaggi sono ricchi di sfumature caratteriali che li rendono avvincenti, interpretati da attori di grandi capacità. Il baritono Giulio Mastrototaro grazie alla sua possente voce, accompagnata da movimenti e posture del corpo, ha rivelato la complessità di Falstaff. Infatti, tramite la goffaggine mostra tutte le sue caratteristiche e difficoltà. Gilda Fiume ha dato vita in modo perfetto a Mrs Ford, sottolineando il suo animo astuto e determinato con un perfetto equilibrio tra parole e gesti. Interessante è stata la coppia Slender, il cui affetto e completa fiducia è stato messo in scena da Michele Patti e Laura Verrecchia. Marco Ciaponi ha rappresentato Mr Ford, che attraverso buffe espressioni facciali esprimeva tutta la gelosia e rabbia provata. Mentre Romano Dal Zovo ed Eleonora Bellocci hanno rivestito i panni, rispettivamente, del servo Bardolf e della cameriera Betty.

I costumi e la scenografia

La regia e i fantastici costumi sono da attribuire a Paolo Valerio, che ha inscenato in maniera accurata le abitudini dell’epoca e gli oggetti utilizzati. Gli abiti sono stati in grado di riflettere la personalità dei personaggi, infatti, quelli molto colorati del protagonista trasmettevano la sua spiccata stravaganza. Anche la “corte incantata” dell’ultima scena con le sue vesti ha creato un’atmosfera molto accattivante.

Ezio Antonelli si è dedicato alla scenografia, resa suggestiva dai pannelli trasparenti che presentavano paesaggi veneziani settecenteschi. Con i loro spostamenti davano la parvenza di essere delle vere e proprie porte di un palazzo, rese un po’ trasparenti grazie alle luci regolate da Claudio Schmid. Inoltre, anche gli elementi decorativi aiutavano ad immedesimarsi più facilmente nell’ambientazione, come i lampadari nelle sale o le altalene e le liane nel parco del Castello.

ph: Emma Poli

L’incontro tra musica e canto

Eccellente il lavoro dell’Orchestra Arena diretta da Francesco Omassini, la quale ha intrattenuto il pubblico con un’efficace rielaborazione del repertorio di “Falstaff”. I brani conducevano perfettamente ogni episodio, creando con le proprie note il giusto stato d’animo negli spettatori. Oltre alle voci principali, il tono e l’armonia data dal coro, diretto dal Maestro Roberto Gabbiani, ha aggiunto la “ciliegina sulla torta”.

Dalla pagina Instagram “Teatro Salieri”

“Falstaff, ossia le tre burle” ha ottenuto un grande successo, con applausi entusiasti ad ogni cambio scena e un bel po’ di risate alle battute.