Come nelle migliori storie(lle): riusciranno i nostri eroi… a far collassare il Governo? L’interesse del Paese chiama
Di: Andrea Panziera
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Riusciranno i nostri eroi…
… a far collassare il Governo, a forza di distinguo, proclami ad minchiam e successive ritrattazioni, bandierine pseudo–identitarie piantate qui e là tanto da far somigliare le aule parlamentari ad un terreno più adatto ad una gara di slalom piuttosto che ad un consesso istituzionale in cui si dovrebbe perseguire innanzitutto l’interesse del Paese?
Preciso, di tutto il Paese, quindi della collettività nel suo complesso, non di questa o quella clientela, corporazione o categoria sociale.
Ardua risposta ed al momento quasi impossibile da dare. Il clima, ormai conclamato di piena campagna elettorale, pervade le dichiarazioni della maggior parte dei leader politici ed i loro comprimari spesso sbracano con l’aggiunta di carichi da 90, facendo assumere a posizioni di per sé già discutibili le vestigia di vere e proprie farneticazioni.
Visto che da tempo siamo entrati in un’epoca in tutti i sensi “virale”, l’agente patogeno più diffuso a livello nazionale si conferma la capacità di apparire agli occhi del mondo assai poco credibili ovvero decisamente inaffidabili.
Prendiamo ad esempio il conflitto in Ucraina. A tre mesi dall’invasione dell’esercito russo rischiamo di divenire l’attor di scena specializzato nel doppio gioco; finché questa parte viene recitata da qualche intellettuale stravagante che vuole reinterpretare la storia a dispetto di ogni evidenza, passi. Figure ammalate di protagonismo ne sono sempre esistite, non solo da noi, e ogni democrazia ha le spalle sufficientemente larghe per dar voce anche a costoro.
Ma nel momento in cui l’ambiguità diventa patrimonio condiviso di uno schieramento politico molto vasto e mina l’azione di Governo mentre esso è impegnato da protagonista nel ruolo di promotore di proposte di pace, ha come unico risultato quello di depotenziare e rendere inutili queste iniziative. La linea del nostro Esecutivo nelle sue linee essenziali è molto chiara ed è stata approvata da tutte le forze politiche che, magari obtorto collo, lo sostengono.
L’invio di armi all’Ucraina è necessario perché, senza di esse, Kiev avrebbe già alzato bandiera bianca. Il bizantinismo fra difensive ed offensive è semplicemente ridicolo; servono le armi utili a contrastare quelle del nemico, punto! Certo, il negoziato fra le parti e poi la pace sono gli obiettivi primari e l’Italia ha avanzato una proposta in tal senso; ma senza armi non vi sarebbe un accordo bensì una capitolazione.
E’ questo che vogliono i fautori dei distinguo? Il nostro Paese, di concerto con i più importanti partner continentali, sta lavorando ad una nuova architettura europea che garantisca sicurezza energetica e militare; tuttavia essere parte attiva di questo progetto significa abbandonare quella sfera di equivocità che troppo spesso ci ha contraddistinto agli occhi dei nostri storici alleati.
Siamo la patria del melodramma ed ho la sensazione che esso sia entrato “viralmente”, in modo a volte perverso, nelle menti e nei conseguenti comportamenti di una buona fetta della nostra classe politica e, ahimè, di ampie fasce di popolazione. Vi sono tanti Duca di Mantova in giro, che declinano la sua celebra aria non solo al femminile.
La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d’accento – e di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, – è menzognero.
È sempre misero
Chi a lei s’affida,
Chi le confida – mal cauto il core!