I giardini di alcune antiche ville abbelliscono il Veneto, raccontandone un pezzo di cultura tramite la loro architettura e spazi verdi
Di: Emma Poli
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Se si desidera passare una giornata in mezzo alla natura e allo stesso tempo scoprire aspetti della cultura locale, gli splendidi giardini di alcune ville venete sono la risposta. Questi, infatti, rivelano indizi sulla vita passata delle famiglie che li hanno realizzati, trasmettendo parte dei loro valori. Possiamo definire l’esperienza in questi luoghi come un perfetto incrocio tra natura, arte e storia.
Il Giardino Giusti
Il Giardino, che contraddistingue il Palazzo Giusti, è collocato a Verona e rappresenta parte dell’eredità della Famiglia Giusti. Quest’ultima si trasferì a Verona dalla Toscana nel 1200 per sviluppare l’industria della tintura di lana. Infatti, furono proprio gli spazi originali dell’attuale giardino ad ospitare le loro attività lavorative. In seguito, nel XVI secolo, la zona venne trasformata in un palazzo di rappresentanza e si ideò un giardino ricco di cipressi, bossi, fontane e grotte. La sua progettazione si deve ad Agostino Giusti, il quale fu influenzato dagli elementi dei giardini medicei.
Con le sue caratteristiche tipiche del Cinquecento, come alberi di agrumi, statue mitologiche, pochi cespugli esotici, reperti romani e padiglioni per ammirare la vista, il Giardino Giusti diventò una meta obbligatoria per molti personaggi importanti dell’epoca. Tra quelli che vi passarono troviamo: Mozart, Goethe, l’Imperatore Giuseppe II e lo Zar Alessandro di Russia.
Si tratta di un chiaro esempio di giardino rinascimentale all’italiana, ovvero, caratterizzato da un disegno equilibrato degli spazi e grande armonia. Di fatto, l’area è ripartita in nove quadrati e divisa da stanze simmetriche. Il Viale dei Cipressi costituisce l’asse principale, porta ad una grotta e affianca un labirinto e una “vaseria“. Nella roccia di una torretta si trova scavata una scala “segreta“, che conduce alla parte alta del giardino, dove si può contemplare un punto del bellissimo panorama della città.
Per acquistare i biglietti o prenotare una visita guidata, partendo anche da Palazzo Giusti, si può consultare il sito www.giardinogiusti.com

Il Giardino di Pojega
Fu il colto conte Antonio Rizzardi a commissionare, nel 1783, la costruzione del Giardino, che passò nelle mani dell’architetto Luigi Trezza. Nato con lo scopo di intrattenere gli ospiti e di mostrare la visione illuministica del proprietario, si considera come l’ultima meraviglia del giardino all’italiana, arricchito con una nota di Romanticismo. Presenta una dimensione di 54.000 mq e si trova a Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona.
A renderlo così spettacolare sono i templi, le gallerie, i percorsi labirintici, il boschetto di cipressi e il famoso Teatro di Verzura. Inoltre, si può trovare un piccolo laghetto che circonda la statua dell’ “Acqua” , personificata da una ragazza con un’anfora tra le mani. Un altro elemento particolare è sicuramente il Giardino Segreto a terrazze, sul fianco orientale di Villa Rizzardi, adornato da statue mitologiche.
La scelta della vegetazione e delle decorazioni non fu casuale, come ad esempio gli alberi a chioma folta e le sculture di fiere che rimandano alla dimensione dantesca e al cammino complesso dell’uomo. Anche i quattro percorsi principali sono organizzati secondo una logica simbolica che li lega a varie funzioni:
- la Via del Giorno attraversa il Viale dei Carpini e costituisce il percorso inferiore;
- la Via della Notte segue il Sentiero del Boschetto;
- la Via della Conoscenza è costituita dal Viale dei Cipressi, che collega il giardino formale al teatro;
- la Via della Virtù corre lungo il Viale del Belvedere, una torretta su cui si può ammirare il paesaggio.
Oltre alle visite, il Giardino ospita eventi culturali e privati, su cui si può richiedere informazioni sul sito www.pojega.it.

Il Giardino Monumentale di Valsanzibio
Posizionato a Valsanzibio, in provincia di Padova, il Giardino è stato richiesto tra il 1665 e 1696 da una delle più ricche famiglie veneziane, i Barbarigo. Si trattava del loro “voto solenne” a Dio per far terminare la peste del 1630, creando una sorta di percorso di salvezza. Il progetto venne affidato a Luigi Bernini. Dal 1929 il luogo è di proprietà della famiglia Pizzoni Ardemani. Qui è possibile compiere una passeggiata allegorica, che trasmette al visitatore una speranza, quella di una vita dove si affrontano le difficoltà e ogni tanto diventa necessario fermarsi a meditare.
La flora è maestosa e secolare, gli alberi provengono da vari continenti e hanno dai 300 ai 900 anni d’età. Anche il labirinto è presente da molto tempo, 400 anni, reso straordinario da pareti di bosso alte fino a 5 metri. Esso raffigura il cammino verso la redenzione: i 7 vicoli ciechi, ovvero i 7 vizi capitali, allontanano l’escursionista dalla sua meta finale, la torretta centrale rialzata, che rappresenta la luminosa ricompensa.
Il giardino, come allegoria di un sentiero di purificazione, inizia con il Portale di Diana, che simboleggia l’abbandono della vita vecchia per iniziare un nuovo percorso. In seguito, si passa per diverse fontane (Fontana dell’Iride, Fontana della Pila) e grotte (Grotte dei Venti), che racchiudono tutte un significato più profondo. Altri simboli sono l’Isola dei Conigli e la Statua del Tempo, che incarnano, rispettivamente, l’immanenza e la trascendenza. Il viaggio termina nel Piazzale delle Rivelazioni, l’avvento di un nuovo equilibrio.
Presso il Giardino di Valsanzibio si svolgono diverse attività attrattive, alle quali si può partecipare prenotando sul sito www.valsansibiogiardino.com
