Anche quest’anno il gruppo di volontariato giovanile “Ci sto? Affare fatica!” ha riportato alla vita alcune aree del Comune di San Bonifacio.
Di: Sofia Boscagin
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L’entusiasmo dei ragazzi di “Ci sto? Affare fatica!” ha rigenerato spazi pubblici deteriorati dal tempo e dall’incuria di alcuni cittadini.
Il progetto, nato nel 2016 nella zona del Bassanese e oggi diffuso in 14 regioni italiane, ha come obiettivo quello di coinvolgere i giovani in attività concrete di pubblica utilità, dimostrando che ognuno può essere parte attiva della comunità.
Il compito dei ragazzi è quello di rendere più ospitale il territorio: raccogliendo rifiuti, dipingendo muri e panchine, sistemando laddove ce ne fosse bisogno. Ma non è solo questo! Attraverso queste attività, i giovani imparano a lavorare in squadra, sviluppano competenze relazionali e manuali, affrontano la fatica del lavoro e sperimentano la soddisfazione che ne deriva.
Un riconoscimento simbolico: i “buoni fatica”
A San Bonifacio, al termine dell’esperienza, il sindaco Fulvio Soave e l’assessore alle politiche giovanili Francesco Malgarise hanno accolto i giovani nella sala consiliare, consegnando loro un riconoscimento simbolico: un attestato di partecipazione e un “buono fatica” del valore di 50 euro per ogni ragazzo e di 100 euro per ogni tutor.
I cantieri di San Bonifacio
I partecipanti, ragazze e ragazzi tra i 14 e i 17 anni, guidati dai tutor (tra i 18 e i 30 anni) e coordinati da Tecla Soave (fondatrice, insieme ad Anna Corradini, dell’associazione AMEntelibera ETS) si sono suddivisi in gruppi attivi nei seguenti cantieri: Parco della Motta, Biblioteca comunale, Campo sportivo Luigi Pedrollo, Scuola media e Campo sportivo alla Prova, Boschetto della gentilezza e Parco dei Tigli, per il quale hanno una proposta interessante.
La proposta dei ragazzi
Dopo aver coperto i murales e le scritte, anche offensive, che tappezzavano il muro del campetto da basket, i ragazzi hanno avanzato una proposta al sindaco e all’assessore: organizzare delle giornate dedicate a valorizzare questo spazio frequentato da molti giovani.
Il loro progetto prevede la riqualificazione del campetto da basket e l’organizzazione, nel mese di agosto, di partite amichevoli per vivere del tempo insieme e divertirsi. Nel mese di settembre, invece, la proposta è quella di un evento all’insegna della street culture, durante il quale i graffitari potranno lasciare il loro segno in modo controllato e non abusivo. L’iniziativa è a sostegno dell’idea che è possibile esprimere la propria personalità senza contravvenire alla legge e nel rispetto del territorio.

Il boschetto della gentilezza
I giovani volontari si sono anche cimentati nella cura del Boschetto della Gentilezza, un piccolo spazio verde e didattico, dove sono state piantate circa 300 piante appartenenti a 17 specie diverse di alberi. L’auspicio è che un giorno possa diventare una grande zona d’ombra in cui rigenerarsi e incontrare la biodiversità. Questo sarà possibile solo grazie a un aiuto concreto da parte dei cittadini; infatti, dei volontari, a turno, si recano al boschetto per annaffiare le piante.
“Ci sto? Affare fatica!”: un progetto che lascia il segno
I ragazzi di San Bonifacio, armati di guanti da lavoro e maglietta rossa, hanno dimostrato a sé stessi e alla comunità che i giovani non sono solo il futuro del paese, bensì anche il suo presente. Proprio loro, con la forza e l’energia che contraddistinguono quest’età, possono fare la differenza.
Il progetto, finanziato dal Comune di San Bonifacio e gestito dall’associazione AMEntelibera ETS e dalla Fondazione San Gaetano ETS, si è svolto dal 14 luglio al 1 agosto, lasciando un segno indelebile nell’ambiente e nel cuore di chi ha potuto osservare questi giovani all’opera.
Che ogni piccolo gesto possa essere un seme, un passo verso un mondo migliore, nella consapevolezza che il cambiamento nasce dalla somma di azioni apparentemente banali.