Stabilità nei tassi, incertezza sui mercati: la Fed attende di valutare l’impatto dei nuovi dazi sul quadro inflattivo ed economico

Di: Fabio Michettoni

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Mercoledì, il Federal Open Market Committee (FOMC) ha annunciato la sua decisione di mantenere il tasso dei fondi federali stabile entro un intervallo obiettivo compreso tra il 4,5% e il 4,75%, segnalando cautela poiché l’inflazione rimane persistentemente elevata e permane l’incertezza economica.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha mantenuto un atteggiamento ottimista, affermando che l’economia rimane in una “posizione solida”, nonostante la continua volatilità delle politiche commerciali e delle esportazioni nette. Tuttavia, gli investitori hanno accolto la notizia spingendo i prezzi dell’oro a un nuovo massimo di 3.397 dollari l’oncia mercoledì, riflettendo lo scetticismo del mercato riguardo al cauto ottimismo della Fed e le persistenti preoccupazioni sul mantenimento del potere d’acquisto.

Powell ha detto che il tasso di disoccupazione è attualmente al 4,2%, vicino ai livelli che segnalano la “massima occupazione”, con un aumento medio dei posti di lavoro pari a circa 135.000 al mese negli ultimi tre mesi.

Tuttavia, il PIL ha subito una leggera contrazione nel primo trimestre del 2025, in gran parte attribuibile alle imprese che hanno anticipato le importazioni in previsione dell’imminente imposizione di dazi. Questa contrazione alimenta i dubbi sulla strategia di bilanciamento della Fed: tenere sotto controllo l’inflazione senza bloccare la crescita economica.

L’ultimo riepilogo delle proiezioni economiche del FOMC dipinge una prospettiva di crescita tiepida, prevedendo un’espansione del PIL all’1,4% per il 2025 e un modesto miglioramento all’1,6% nel 2026: cifre più deboli rispetto alle precedenti proiezioni pubblicate a marzo.

Nel frattempo, l’inflazione continua a superare l’obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale, con l’inflazione PCE totale che ha raggiunto il 2,3% negli ultimi 12 mesi e quella PCE di fondo a un preoccupante 2,6% a maggio. Il SEP prevede un’inflazione media del 3% fino al 2025, per poi scendere gradualmente al 2,4% nel 2026 e al 2,1% entro il 2027.

Ad aggravare l’incertezza, la Fed ha sottolineato i rischi persistenti legati al commercio, alle questioni fiscali, all’immigrazione e alle politiche regolamentari. Powell ha citato specificamente i potenziali “effetti inflazionistici una tantum” derivanti dall’imposizione di dazi, sottolineando la necessità di ancorare saldamente le aspettative di inflazione a lungo termine.

“È fondamentale mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine”, ha ribadito Powell, riconoscendo tacitamente che le misure politiche a breve termine potrebbero essere vittime di interventi governativi imprevedibili.

Per far fronte alle pressioni inflazionistiche, il comitato rimane impegnato a ridurre il proprio bilancio mantenendo la strategia di rinnovare il capitale dei titoli del Tesoro e di reinvestire con attenzione i pagamenti del debito delle agenzie oltre i limiti mensili stabiliti. Nel frattempo, tutti i membri votanti del board, hanno concordato all’unanimità di mantenere il tasso di interesse pagato sui saldi di riserva al 4,4%, a partire dal 20 giugno.

La reazione del mercato all’annuncio della Fed è stata immediata: gli investitori si sono riversati sui metalli preziosi come protezione contro l’inflazione, la possibilità di una guerra con l’Iran e altre incertezze economiche, spingendo bruscamente i prezzi dell’oro verso l’alto.

Questi movimenti di mercato riflettono un più ampio scetticismo sulla capacità dei responsabili politici di gestire le pressioni inflazionistiche causate da fattori al di fuori del controllo diretto della Fed. Gli investitori scommettono su una probabilità del 90,7% che la Fed mantenga nuovamente i tassi invariati a luglio, ma solo il tempo dirà se Powell riuscirà a guidare l’economia fuori dalle acque agitate.