La sospensione dei dazi UE, gli utili solidi e i segnali contrastanti sull’inflazione mantengono alta la tensione

Di: Fabio Michettoni

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I mercati sono entrati nella settimana corta con una nota rialzista, trainati dal rinvio a sorpresa dei nuovi dazi UE da
parte del Presidente Trump e dai dati sulla fiducia dei consumatori più forti del previsto. Tuttavia, ogni sensazione di
chiarezza è rapidamente svanita. In una svolta confusa, la Corte del Commercio Internazionale degli Stati Uniti ha
dapprima bocciato il pacchetto di tariffe di aprile di Trump, per poi ripristinarlo meno di 24 ore dopo. Il tira e molla ha
lasciato i trader impegnati a rivalutare il sentiment, causando un contesto di mercato nervoso. Nel frattempo, gli utili
positivi di Nvidia e il forte sondaggio sul sentiment dell’Università del Michigan hanno dato una spinta temporanea alle
attese rialziste.

PUNTI CHIAVE

1) I colloqui commerciali vanno avanti: Trump afferma che l’UE sta programmando degli incontri; la tariffa del 50% è
sospesa fino al 9 luglio, ma un’ingiunzione del tribunale federale statunitense del 28 maggio, ha sospeso la misura,
salvo poi riavere un ripristino dalla Corte Suprema.

2) I mercati reagiscono positivamente: le azioni europee e statunitensi si sono riprese prima dopo la sospensione dei
dazi fino al 9 luglio e successivamente, dopo che l’ingiunzione della Corte Federale ha congelato la maggior parte
dei dazi generali e dopo che Bruxelles ha approntato una contropartita di 95 miliardi di euro se i colloqui dovessero
vacillare.

3) Grandi sfide in vista: i negoziatori in sede di trattativa stanno correndo per ottenere concessioni prima della finestra
del 9 luglio, ma l’attenzione si è spostata adesso sulla prospettiva di imposte più restrittive su auto, acciaio e
alluminio.

Questa settimana i mercati finanziari hanno mostrato un andamento sostanzialmente stazionario, divisi tra indicatori
economici contrastanti su entrambe le sponde dell’Atlantico, il persistere delle tensioni commerciali, il taglio dei tassi
da parte della BCE e la prospettiva della fine del ciclo di allentamento monetario nell’area euro. Il rapporto mensile
sull’occupazione negli Stati Uniti, leggermente migliore del previsto, potrebbe aumentare ulteriormente le incertezze
sul percorso della Fed in materia di politica monetaria. Ecco, questo è stato il contesto entro cui si è mosso il mercato.
Sul fronte macro, chi aveva fretta di seppellire l’economia americana dovrà ricredersi. A maggio, gli Stati Uniti hanno
creato 139.000 posti di lavoro contro una previsione di 126.000 e il tasso di disoccupazione è stabile al 4,2%. L’unica
nota è rappresentata dai salari che crescono più del previsto, registrando un aumento del 3,9% su base annua contro
il 3,7% atteso. Il mercato obbligazionario ha reagito immediatamente rispondendo con rendimenti in rialzo
all’annuncio di queste statistiche, che illustrano non solo la resilienza del mercato del lavoro, ma anche i timori di un
mantenimento dell’inflazione a livelli incompatibili con un nuovo taglio dei tassi da parte della Fed. Il rendimento dei
titoli decennali sfiora così il 4,50%. In Europa, la situazione è molto diversa, con l’inflazione tornata all’obiettivo del
2%, la Banca centrale europea ritiene che “il lavoro sia fatto”. L’ottavo taglio dei tassi deciso questa settimana
potrebbe quindi chiudere un ciclo iniziato un anno fa.

La prossima settimana si preannuncia più tranquilla sul fronte macroeconomico. L’attenzione sarà rivolta ai dati sul
commercio estero cinese e sull’inflazione statunitense. Sul fronte aziendale, sono attese alcune pubblicazioni, in
particolare quelle di Inditex, Oracle e Adobe. Sullo sfondo, continueranno ad alimentare l’attualità i soliti grandi temi:
negoziati commerciali, tensioni diplomatiche e dibattiti al Senato sulla riforma fiscale.

Con la chiusura del primo trimestre, FactSet stima che la crescita degli utili del secondo trimestre del 2025 sarà del
4,9% e, se sarà del 4,9%, segnerà la crescita più bassa registrata dal quarto trimestre del 2023. il grafico MARKET
CLIMATE (postato a pagina 6), mostra che la MA a 50 giorni dell’EPS medio per l’S&P500 è sceso di 0,01 dollari per
azione a 10,54, mentre la crescita media degli utili prevista è invariata al 9% annuo. Il grafico MARKET CLIMATE mostra
che anche l’ Earnings Trend Indicator (ETI) è invariato a un livello di 1,08. Poiché rimane al di sopra di 1,00, il mercato
si trova in uno scenario rialzista.

Anche questa settimana, a margine del commento, si ribadisce che la Stagionalità di Giugno mostra che, negli ultimi
29 anni, la tendenza è stata rialzista 16 volte, con un guadagno medio del 2,86%. Nelle 13 volte in cui la tendenza è
stata ribassista, la perdita media è stata del 3,03%.
Sebbene giugno sia tipicamente considerato un mese positivo, è coinvolto nel rally più debole di tutte e quattro le
stagioni, il “rally estivo”. Tuttavia, con le pigre giornate estive alle porte e le vacanze all’orizzonte, le possibilità di rialzo
sul fine mese sono del 55%.