Dai trend stagionali al sentiment degli investitori e gli effetti del declassamento USA: il quadro attuale apre scenari inaspettati per l’estate

Di: Fabio Michettoni

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Maggio e luglio hanno registrato trend rialzisti ogni anno dal 2019. Quindi, mentre gli investitori parlano spesso di
“stagnazione estiva” e di debolezza verso i mesi più caldi dell’estate, i dati recenti suggeriscono il contrario. I mesi più
deboli, dopo il minimo dovuto al COVID, sono stati in realtà gennaio, febbraio, settembre e ottobre. Quindi, ancora una
volta, la causa principale non è stata tanto la debolezza primaverile, quanto piuttosto la debolezza dei prezzi in
prossimità del minimo tradizionale di settembre o ottobre. Da notare anche la forza di novembre, quando il mercato si
riprende quasi sempre da un minimo significativo e si prepara a una conclusione positiva dell’anno solare.
Il 2025 seguirà il normale andamento stagionale? Non c’è garanzia che luglio sarà forte, e non posso dirvi con
certezza che il mercato toccherà un altro minimo importante a settembre. La stagionalità rivela la tendenza generale
dei mercati, ma gli investitori sanno che la prova più importante è il prezzo stesso. Dato l’estremo rialzo dai minimi di
inizio aprile, abbiamo assistito a una rapida rotazione da un sentiment ribassista a prospettive più rialziste, poiché gli
investitori hanno iniziato a credere in una nuova fase positiva. Il gap di prezzo in apertura di ottava, per l’S&P 500,
potrebbe fornire un intervallo di supporto perfetto da monitorare nelle prossime settimane e mesi.
La reazione del mercato al declassamento del debito pubblico statunitense da parte di Moody’s dominerà
probabilmente le contrattazioni all’inizio della settimana, con potenziali effetti a catena su diverse classi di
attività e aree geografiche. Si tratta della prima importante azione di rating sul debito sovrano statunitense dal 2011,
sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità del debito e sulla direzione della politica fiscale. I titoli finanziari
potrebbero registrare una maggiore sensibilità a questi sviluppi, mentre i settori difensivi potrebbero beneficiare di un
posizionamento di fuga verso la sicurezza.

Secondo FactSet, il 92% delle società dello S&P500 ha comunicato i risultati del 1° trimestre, con il 78% che ha
battuto le stime sugli utili e il 62% che ha registrato ricavi superiori alle stime. Il nostro grafico del MARKET CLIMATE
mostra che la MA a 50 giorni dell’EPS medio dell’S&P500 è rimasta invariata a 10,58 dollari per azione, mentre la
crescita media prevista degli utili è rimasta invariata al 9% annuo.
Il grafico del MARKET CLIMATE mostra che anche l’Earnings Trend Indicator (ETI) è rimasto invariato a un livello di
1,09. Poiché si mantiene al di sopra di 1,00, l’indicatore di tendenza degli utili è rimasto invariato. Poiché rimane al di
sopra di 1,00, il mercato si trova in uno scenario di mercato rialzista.
Per quanto riguarda gli indici europei, questi sono avanzati all’inizio della settimana grazie alla notizia di un accordo
commerciale di 90 giorni tra Stati Uniti e Cina. Lo slancio al rialzo è proseguito martedì, quando un incoraggiante
rapporto sull’IPC negli Stati Uniti ha attenuato le preoccupazioni sull’inflazione. Gli indici europei sono riusciti a
chiudere in leggero rialzo mercoledì, nonostante una serie di guadagni contrastanti. L’aumento delle azioni industriali
ha spinto i titoli europei nuovamente al rialzo giovedì. Venerdì i problemi tariffari si sono attenuati e le azioni europee
hanno chiuso ancora una volta in attivo. Con gli indici europei che hanno chiuso in rialzo in tutte e cinque le sessioni di
trading, le azioni europee hanno concluso la settimana con un nuovo «filotto» rialzista che ben evidenzia l’ottima
impostazione di fondo che permette di sovraperformare ancora una volta gli indici americani.