La rapida crescita del dollaro mette a repentaglio gli utili delle aziende statunitensi e la salute economica dei mercati emergenti
Di: Fabio Michettoni
Le conseguenze della rapida crescita del dollaro potrebbero mettere a repentaglio gli utili registrati dalle aziende statunitensi, nonché la salute economica di alcuni mercati emergenti. Secondo un indice nominale del tasso di cambio ponderato per gli scambi gestito dalla Federal Reserve, il dollaro statunitense è scambiato sui livelli più alti mai registrati dal 1973.
Anche il Dollar Index, che misura il valore del dollaro rispetto ai suoi maggiori competitori con forte sbilancio verso l’ euro, ha recentemente superato quota 110, attestandosi al livello più alto da novembre 2022. Tuttavia, per quanto riguarda gli investitori, il livello assoluto del dollaro rispetto alle altre valute non è tanto importante quanto il ritmo assunto dal suo apprezzamento. Ultimamente, quel ritmo è stato piuttosto rapido. Il Dollar Index, è aumentato del 9% dal giorno delle elezioni ed ha chiuso il trimestre conclusosi a dicembre, con un aumento del 7,7%, il massimo di qualsiasi altro trimestre dal 2015. Data la sua importanza per l’economia globale, fluttuazioni così rapide del valore del dollaro possono avere conseguenze di vasta portata. Un dollaro forte fa sì che il denaro guadagnato all’estero valga meno in termini di dollari, aumentando la possibilità che gli effetti di conversione della valuta possano far sì che le aziende non raggiungano gli obiettivi di Wall Street per vendite e guadagni. Come minimo, le aziende non supererebbero quegli obiettivi tanto quanto avrebbero altrimenti fatto e questo potrebbe avere delle forti pressioni negative sul mercato azionario in tempo ragionevolmente brevi.
Oggi il mercato azionario USA ha registrato una forte ripresa, innescata dal crollo dei rendimenti dei titoli del Tesoro e dai toni positivi sul fronte dell’inflazione, in vista dell’insediamento del presidente eletto Donald Trump.
Il grande interrogativo sui mercati è se i sentimenti rialzisti potranno durare, data l’incertezza che circonda il programma politico dell’amministrazione Trump in materia di dazi e tagli fiscali e il loro effetto sul già elevato debito pubblico degli Stati Uniti.