Gli investitori si interrogano su come procedere dopo il peggior calo degli indici americani degli ultimi due anni

Di: Fabio Michettoni

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Il forte calo di lunedì 5 agosto, subito dagli indici americani nel loro insieme e comunque in raccordo al ribasso della settimana precedente, malgrado il recupero parziale degli ultimi giorni, richiederebbe una nuova flessione prima di una ripresa della marcia rialzista.

Questo perché gli investitori si interrogano su come procedere dopo un violento calo, che si pone come il peggiore degli ultimi due anni.

Inquadrata la tecnicalità del calo azionario, la parola passa adesso alla statistica, che suggerisce l’alta probabilità di un nuovo calo prima di una ripresa dello slancio rialzista, a patto però che la recessione resti dietro le quinte di uno scenario macro già di per sé piuttosto complicato.

In conclusione, sui mercati potrebbe pesare per qualche tempo lo shock di lunedì scorso, con la necessità di una nuova validazione dei livelli di minimo, magari non distanti da quelli già segnati, configurando di fatto un ritorno alla normalità seguendo un reset a quattro fasi,  anche perché i fondamentali, in questo momento, non sono allineati con un importante mercato ribassista.

Osservando l’indice di volatilità implicita VIX, spesso definito “indicatore della paura”, a Wall Street, si nota come questo abbia più che triplicato, essendo passato dai 20 punti di lunedì in apertura, a quota 65, segnata nel bel mezzo della tempesta.
Una mossa di questa portata si è verificata solo quattro volte nel passato e su questi ricorsi storici, tre volte gli indici americani, in special modo l’S&P500, hanno seguito lo stesso schema.

Dal grafico riportato è dimostrato come l’indice ‘S&P 500, nei casi precedenti, sia crollato sui picchi di VIX per poi rimbalzare nelle successive settimane. La dimensione del campione è piccola, ma in ciascuna di quelle quattro occasioni, l’S&P 500 ha validato nuovamente i minimi segnati sul crollo, tre volte su quattro, risalendo mediamente dell’11,2% dopo aver mostrato un movimento supportato sia in termini di ampiezza che di profondità.
Quattro fasi, quindi, crollo compreso, prima di una ripartenza.

La chiusura di lunedì scorso fissava un rientro dell’8,5% rispetto al record di chiusura dell’S&P 500 registrato a luglio, il più profondo arretramento dallo scorso ottobre, ma ancora al di sotto della soglia del 10% che il mercato tende a registrare sistematicamente ogni anno.

DOPO L’IMPENNATA DEL VIX, L’INDICE S&P500 TENDE A RIMBALZARE, PER POI CEDERE NUOVAMENTE E TORNARE A RIACCUMULARE SECONDO CRITERI DI AMPIEZZA E PROFONDITA’ CONSONI AD UNA RIPRESA.