I principali indici azionari si propongono in rally. Investitori riversati a comprare azioni, in una serie di sessioni ad alta intensità

Di: Fabio Michettoni

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I principali indici azionari si stanno proponendo in rally, con gli investitori riversati a mani basse a comprare azioni in una serie di sessioni ad alta intensità, laddove tutti gli indici settoriale segnano delle ottime performance positive messe a segno nell’arco dell’ottava scorsa. Trova quindi conferma l’dea di un rimbalzo, segnalata nel precedente report, innescato per la fortissima asimmetria della struttura trend-following, eccessivamente schiacciata sul lato BID del mercato.

L’indice S&P 500 è salito del 3,1% in una sola giornata (venerdì 24 giugno), registrando la miglior sessione dal 18 maggio 2020. Il Dow Jones Industrial Average è salito del 2,7%, mentre il Nasdaq Composite è salito del 3,3%. Il trio dei principali indici USA è salito nel corso dell’ultima settimana di vacanza, interrompendo una striscia di perdite di tre settimane.

Il volume totale dell’indice generale composito, che comprende gli scambi alla Borsa di New York, al Nasdaq, al NYSE American e al NYSE Arca, ha raggiunto circa 9,61 miliardi di azioni, il volume più alto dal 27 gennaio 2021, periodo durante il quale veniva segnalato il social trading come principale attore dell’imponente flusso volumetrico che stava inondando le piazze azionarie USA.

Questa volta, invece, il volume è stato stimolato non tanto da una frenesia quanto da un cambiamento procedurale. I fondi a replica passiva che hanno come benchmark l’indice FTSE Russell, si sono ribilanciati per tenere il passo con la sua ricostituzione annuale, cambiata proprio venerdì scorso. Il Nasdaq ha dichiarato che il Nasdaq Closing Cross, utilizzato per la ricostruzione annuale, ha avuto una giornata record, con 3,31 miliardi di azioni scambiate che rappresentano 63,8 miliardi di dollari tra i titoli quotati al Nasdaq.

Per amor di dettaglio su quest’ottico tecnicismo, va segnalato che tra i “rebalance”, Meta Platforms, Pinterest, Zoom Video Communications, Netflix e PayPal Holdings, hanno visto aumentare le loro ponderazioni nell’indice Russell 1000 Value e diminuire, invece, quelle nell’indice Russell 1000 Growth.

Il Nasdaq Closing Cross, una divisione operativa del Nasdaq, aggrega tutte le posizioni aperte, di acquisto e vendita, dei titoli quotati al Nasdaq, NYSE MKT (Ridenominazione dell’AMEX), oltreché della divisione di scambi elettronici (e-NYSE), mappandone i flussi immessi ed eseguiti allo stesso prezzo, per ciascun titolo.

Il N.C.C. utilizza tre fattori per determinare se un’azione appartiene al sottoindice value o growth, o a entrambi. Tali fattori sono la previsione di crescita dei ricavi a medio termine nei prossimi due anni, la crescita delle vendite per azione negli ultimi cinque anni e il rapporto prezzo/valore contabile di un’azione. A seconda del suo posizionamento relativo su questi criteri, un’azione può rientrare interamente in un sottoindice, dividersi equamente tra i due, oppure, ad esempio, al 90% in uno e al 10% nell’altro. Il peso nel Russell 1000 complessivo dipende, infine, dalla capitalizzazione di mercato della società.

A parte questi tecnicismi alla base dell’operazione di ribilanciamento, venerdì scorso i trader hanno risposto ai segnali provenienti dalla FED, che indicano che i timori di recessione potrebbero essere esagerati, come indica l’Università del Michigan in uno studio sui consumatori, che supporta aspettative di inflazione inferiori al previsto, minimizzando di fatto i possibili timori di una recessione.

In sintesi, la aspettativa che l’inflazione possa essere in prossimità del suo picco e che l’economia sia ancora in spinta, seppur in tono minore, ha spinto alcuni investitori a comprare con fiducia titoli fortemente scontati e comunque, se l’economia dovesse andare in recessione, Wall Street stia iniziando a credere che questa possa essere breve, a condizione però che i prossimi risultati siano meno pessimistici di quanto il mercato si aspetti.