In rerum Natura, gli artisti Azelio Corni e Madhu Das in mostra fino al 7 ottobre alla Giudecca, negli spazi di CREA – Cantieri del Contemporaneo
Di: Maria Mele
Ci troviamo a Venezia al Crea,Cantieri del Contemporaneo, uno spazio espositivo indipendente che vuole mettere in dialogo le realtà artigianali dell’isola della Giudecca con l’arte contemporanea internazionale.
Un luogo magico, all’interno della cantieristica minore veneziana,dove ritrovare le atmosfere più autentiche della Venezia che vive e lavora.
Proprio qui dove le arti visive e le arti artigianali si collegano, si è tenuta lo scorso 5 settembre alla presenza del Console Generale dell’India, l’inaugurazione istituzionale della mostra In Rerum Natura, Dentro le cose della Natura, che rimarrà aperta al pubblico fino al 7 ottobre prossimo.
Ad accoglierci sorridente è la curatrice della mostra, Caterina Corni, che lavora da anni sul dialogo interculturale tra Italia e India e che ha fortemente voluto mettere in connessione, proprio qui a Venezia ,due artisti apparentemente molto lontani Azelio Corni, classe 1948, figlio della cultura artistica italiana e Madhu Das classe 1987, che ha studiato e opera in India, dove è nato.
Due età, due mondi e due culture, ma unica la ricerca artistica che li muove: l’indagine attorno al rapporto e al dialogo tra Uomo e Natura.
Una Natura che diviene lo specchio attraverso cui si riflettono le passioni, la visione del mondo e il senso stesso dell’esistenza umana.
Assolutamente non casuale quindi la scelta di Venezia per presentare al pubblico questa mostra.
Venezia è infatti la città che interpreta in modo assolutamente unico questa relazione tra l’uomo e gli elementi naturali, l’acqua in particolare, che nella cultura indiana è strettamente collegata al dio Vishnu, l’abitante delle acque.
Ed è proprio il mare,inteso come spazio interiore oltre che fisico,il protagonista della colossale istallazione “site specific”di Madhu Das che troneggia in mostra.
Una scultura leggerissima e polimaterica realizzata a Venezia espressamente per questa mostra, prendendo spunto da una tecnica costruttiva tradizionale indiana.
Strettissima infatti è la relazione che intercorre tra l’artista indiano e la sua terra presente come fonte continua di ispirazione .
In mostra anche otto rappresentazioni fotografiche di sculture performance realizzate in India, un “progetto in divenire in base all’ispirazione dell’artista” come ci conferma la curatrice,nelle quali il corpo umano diviene parte integrante dell’elemento naturale nel quale si colloca.
La continua ricerca dello svelamento della forma attraverso il segno è alla base invece delle grandiose opere in carta di Azeglio Corni che, amante dei grandi formati, è passato nel corso della sua lunga carriera artistica dalla scultura alla pittura molto agilmente.
In mostra sono esposte opere monumentali che giocano sull’assenza del colore per arrivare all’essenza del messaggio. Corni lavora infatti da 40 anni ad una certosina pulizia della forma. Se il rapporto tra uomo natura è evidente nelle opere dell’artista indiano, meno palese risulta nelle grandi “carte” di Corni, le cui capanne, gabbie e ciotole sono architettura dell’anima.
Una mostra che funziona proprio perché gioca sui contrasti apparenti che svelano similitudini meno palesi.
Se nelle opere di Madhu Das il corpo dell’uomo è sempre visibile e protagonista, nei lavori di Corni l’uomo non si vede, ma si sente nel gesto, che in quanto fatto fisico,azione, lo richiama.
Quello attraverso le opere monumentali di Corni e Das è un viaggio che tratteggia quindi non solo il volto della Natura, ma anche l’anima, in costante oscillazione tra la ragione e il sentimento.