Il comune di Ronco all’Adige presenta la mostra fotografica dedicata a Gaetano Miolato, nel centenario degli affreschi da lui realizzati

Di: Liliana Ghellere

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Presso l’Antica Pieve di Ronco all’Adige, nel centenario degli affreschi realizzati dall’illustre
pittore GAETANO MIOLATO, l’assessorato al tempo libero, manifestazioni, sport, pubblica
istruzione e cultura del Comune di Ronco all’Adige assieme al Prof. Ernesto Santi, in
occasione della Sagra della Natività di Maria Vergine,
ha presentato la Mostra storico-fotografica dedicata all’artista.

E’ trascorso un secolo da quando Gaetano Miolato ha abbellito l’Antica Pieve di Ronco,
racconta il curatore della mostra il Prof. Ernesto Santi, e molte delle persone che lui ha
ritratto nei differenti affreschi, non ci sono più. Era consapevole che quel luogo sacro
rivestiva a livello diocesano un unicum. Nel 929 infatti, il conte Milone Sanbonifacio nella
sua “dedicatio”, e nel successivo testamento, aveva fatto di questo luogo sacro, un
originale spazio della fede nella pianura veronese.

Tra le più antiche Pievi (sicuramente poggiante su un luogo sacro pagano precedente, e
un ulteriore costruzione sacra paleocristiana) quella di Ronco, con i suoi mutili resti
dovrebbe trovare maggiore considerazione e attaccamento, proprio per questa
primogenitura.

Il centenario degli affreschi del Miolato, continua Santi, diventino un modo per riannodare
i legami autentici con la nostra tradizione cristiana che è fatta anche di segni, arte, di
strutture: l’umanesimo che incarnano dovrebbe risvegliare in noi il senso stesso di una
rinnovata coscienza: il conte Milone, non ha usato il potere (e poteva farlo) e si è messo a
servizio, ha condiviso e celebrato una appartenenza.

Durante il restauro esterno dell’Antica Pieve di Ronco, sono emersi dei dettagli,
dei particolari da salvaguardare per la loro antichità e per l’importanza artistica.
Tra questi una croce bizantineggiante sul lato sinistro esterno della chiesa.

Ricorda Santi, una mattina in cui avvisò il parroco che non si intervenisse con l’intonaco sia
per la croce (20 x 20 cm), che per una iscrizione onciale, antica scrittura maiuscola, lì
vicino. Ora è possibile ammirare la croce, ma non ne conosciamo la provenienza e non
sappiamo se faccia parte dell’arredo artistico della Pieve dal 929, e se sia stata trasportata
tramite la navigazione fluviale.

Nell’affresco dedicato alla comunità, Gaetano Miolato si firma con la data 1923,
testimonianza diretta dell’anno di esecuzione.

Inoltre la sua attività di affrescatore di chiese si sarebbe, via via, intensificata andando
oltre i confini provinciali e diocesani.

Quello di Ronco, conclude Santi, è uno dei primi cicli pittorici completi in una chiesa. La
firma e la datazione, oltre a testimoniarne la paternità, sottolineano il periodo storico e la
necessità di dare visibilità a un lavoro, che il pittore ha voluto interpretare tenendo conto
delle esigenze del parroco don Agostino Frigo. Molti cristiani di Ronco, proprio da questi
affreschi, hanno ricevuto i primi rudimenti della fede e della loro identità paesana.

Sempre all’interno dell’Antica Pieve, due artiste, Elisa e Tania Rossin, con le loro opere
hanno arricchito l’esposizione con ritratti e paesaggi.
Le due sorelle/gemelle si sono laureate lo scorso marzo all’Accademia di Belle Arti di
Verona in: Atelier Direction e mediazione culturale dell’arte.
Hanno già partecipato a numerose mostre d’arte personali e collettive, presso Villa
Cainaqua a Pressana, nella Chiesa di San Pietro Incarnario a Verona e in un atelier presso
Piazza dei Signori a Vicenza.