Il caso al Locarno Film Festival: Pardo d’oro a “Critical Zone” di Ali Ahmadzadeh, girato clandestinamente e vietato dal regime iraniano

Di: Roberto Tirapelle

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L’Ucraina vince il Pardo per la miglior regia con STEPNE di Maryna Vroda.

All’Italia va una menzione speciale del Pardo Verde con PROCIDA, film realizzato dai partecipanti del Film Atelier Procida. E il Premio Ecumenico a PATAGONIA di Simone Bozzelli, Premio del valore di 10’000 CHF.

Critical Zone”, il film vincitore, è un inno alla resistenza iraniana e alla libertà. Guidato dalla voce del suo GPS, Amir Ali Ahmadzadeh attraversa i bassifondi di Teheran per portare conforto alle anime tormentate della notte.

Il premio è stato ritirato dal produttore e regista Sina Ataeian Dena che vive a Berlino e non è più rientrato in Iran. Anche la sua famiglia è uscita dal paese.

Abbiamo stralciato alcune dichiarazioni del produttore da una intervista del Festival rilasciata a Mauro Donzelli:

(il produttore Sina Ataeian Dena, cr ph Locarno Film Festival, Ti-press)

Come avete girato il film?

“Ciò che è interessante è che le condizioni e le possibilità che esistevano per il regista hanno giocato un ruolo importante. Diventi creativo quando hai a che fare con situazioni ed elementi imponenti. Ha diviso il film in dieci cortometraggi, ciascuno con la propria produzione e postproduzione e alla fine abbiamo messo insieme il film che vedete adesso. Non in un tempo di ripresa standard, ma durante un tempo molto lungo. La troupe era molto piccola: l’attore principale, il regista, un cameraman e un fonico. Alcune scene in aeroporto sono state girate con una macchina fotografica diversa, una piccola handycam, di nascosto. Quando una famiglia riceve un parente che fa visita dopo molto tempo, a volte filmano l’arrivo; quindi, fingono di essere uno della troupe. Non attira troppa attenzione, ma non puoi girare senza permesso. A volte abbiamo utilizzato false autorizzazioni, altre volte abbiamo corrotto agenti. In un sistema corrotto una scorciatoia è pagare. Direi che l’intera lavorazione è stata come un film di spionaggio. Ali Ahmadzadeh, il regista, ha approfittato di questa adrenalina del cast e della troupe, per raccontare quello che voleva dire come regista.”

Immagino che sia una situazione tesa da quando hanno lasciato l’Iran.

“Otto anni fa ero molto più giovane, ora ho i capelli grigi per lo stress. E l’unico crimine è il cinema. Viaggiare e visitare nuove persone e luoghi interessanti è una qualità della vita, ma quando è forzata diventa spiacevole. Siamo nati liberi e dovremmo vivere liberi. Questo è anche uno degli argomenti di Ali Ahmadzadeh. Il suo problema principale è la censura, la libertà di espressione artistica.”

Perché il regista Ali Ahmadzadeh non è qui a Locarno per sostenere il film?

“Non poteva ottenere un visto. Un anno fa ha subito molte pressioni, con interrogatori del Ministero della Sicurezza e della Guardia Rivoluzionaria. Hanno saputo del film, gli hanno chiesto di portarglielo, ma ancora oggi rifiuta, come atto di disobbedienza civile. Lo hanno accusato di aver girato un film porno perché qualcuno ha visto una scena erotica non esplicita nel film. “Mantagheye bohrani”è stato colpito prima della rivoluzione delle donne, della vita e della libertà, ma si vede che la rabbia e la furia in questa società stanno ribollendo.” …….

…….”Due giorni dopo la conferenza stampa del Locarno Film Festival, Ali è stato nuovamente interrogato, è stato inserito nella lista nera e ora non può lasciare l’Iran. Dopo che è stato svelato il segreto che eravamo stati selezionati a Locarno, è stato accusato non solo di aver girato un film senza permesso, ma anche di averlo proiettato senza permesso, perché per questo serve un’autorizzazione specifica. Sembra tranquillo ora in Iran, ma come si dice in persiano “il fuoco è sotto le ceneri”. Il fuoco verrà di nuovo in modo più grande, perché abbiamo già attraversato il punto critico. Il regime non vuole mai scendere a compromessi, crede che se lo fa anche solo per un millimetro perderà. Questa è la mentalità della dittatura. Temo che il regime arresterà Ali dopo il Locarno Film Festival.”

(una sequenza del film)

Un altro film iraniano è uscito In questi giorni nelle sale francesi, “Les ombres persanes” del regista Mani Haghighi, anch’egli censurato e molto seguito dal regime. Si tratta di un film noir ma dietro la storia di genere c’è una filosofia morale, uno squarcio sul sociale e velature sul politico.

(Ali Ahmadzadeh)

Ali Ahmadzadeh

Nato a Teheran nel 1986, Ali Ahmadzadeh ha abbandonato gli studi di architettura per diplomarsi alla Neinava Music University della capitale iraniana. Per motivi politici i suoi film, che trattano della gioventù ribelle e dello scontro con la teocrazia, sono caduti sotto la scure della censura del paese, dove ufficialmente Ahmadzadeh non può esercitare il lavoro di regista.

Filmografia
2015 Madar-e ghalb atomi (Atomic Heart)
2013 Mehmouniye Kami (Kami’s Party)

CRITICAL ZONE – Iran, Germania  ·  2023  ·  DCP 2K  ·  Colore  ·  99′  ·  v.o. Persiano

Regista Ali Ahmadzadeh – Sceneggiatura Ali Ahmadzadeh – Produttore Sina Ataeian Dena, Ali Ahmadzadeh – Suono Mehdi Behboodi – Sound design Hasan Mahdavi – Montaggio sonoro Parsa Agheghan – Missaggio audio Christian Obermaier, Jochen Jezussek – Musica Milad Movahedi
Produzione Counter Intuitive film