A volte, passeggiando senza meta, scopriamo aspetti nascosti della città che abitiamo da anni. Un esempio? Il Teatro romano di Milano
Di: Maria Mele
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A volte passeggiando senza meta per quelle stesse strade che normalmente percorriamo in modo frettoloso, scopriamo aspetti nascosti della città che abitiamo da anni.
Anche oggi è capitato questo piccolo miracolo, proprio nel cuore pulsante della finanza milanese, in quella Piazza Affari nota per il suo palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, al quale si contrappone la famosa (e famigerata) scultura L.O.V.E. di Maurizio Cattelan, che ha fatto tanto parlare di sé;
“A Milano ogni cosa è degna di essere ammirata” scriveva già nel IV sec. d.C. il poeta latino Ausonio, ed ecco che, a riconferma di ciò, proprio accanto al palazzo della Borsa, una targa ci avvisa che ci troviamo nel centro della Mediolanum romana e che camminiamo sopra quello che fu il Teatro, una delle meraviglie della città.
Il Teatro, di epoca augustea, era un monumento formidabile alto circa 20 metri e con un diametro di 95 m, uno dei più grandi del nord Italia, poteva contenere fino a 8000 spettatori e per la sua maestosità viene citato da Ausonio e da Claudiano, poeti latini del IV secolo d.C.
Un teatro degno di una città che, nel III secolo d.C. era divenuta la capitale dell’Impero, importante snodo commerciale e di collegamento verso le Gallie e la Germania.
Per visitarne i resti dobbiamo oggi discendere 12 metri sotto il livello del suolo calpestabile, nei sotterranei di palazzo Turati, oggi sede della Camera di Commercio di Milano, Monzabrianza e Lodi.
I primi scavi risalgono a fine ottocento ma è ad Alda Levi, archeologa italiana, Ispettore Archeologo presso la Soprintendenza di Milano e Lombardia negli anni 20/30 del ‘900, che si deve la conservazione dei resti del teatro e la felice idea di costituire un’area archeologica che li restituisse alla cittadinanza milanese.
Scriveva la Levi nel 1931 nel suo Il teatro romano di Milano, Historia V,1
(…) Ai visitatori (…..) sarà possibile scendere nei silenziosi scantinati, dove quiete lampade illumineranno le venerande vestigia del teatro romano. E ancora una volta, la febbrile attività di Milano creerà uno dei più singolari contrasti tra il vecchio e il nuovo, tra l’antica e la modernissima vita
Dobbiamo tuttavia attendere il 2005 perché l’illuminato progetto della Levi veda la sua realizzazione, grazie agli interventi di restauro e valorizzazione realizzati dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con l’allora Istituto di Archeologia dell’Università Cattolica di Milano e il contributo della Società Autostrade Brescia Verona Vicenza e Padova.
L’allestimento museale é suggestivo, la narrazione delle guide appassionata, ma il teatro romano ha una caratteristica in più, proponendosi come museo sensibile, coinvolgendo cioè tutti i sensi del visitatore.
Il percorso visivo è infatti arricchito da stimolazioni olfattive che riportano in vita gli odori e i profumi di un tempo – dal profumo di rosa a quello di zafferano, dal vino dolce all’odore umano e animale- e uditive, grazie alla voce dell’attore Giorgio Albertazzi che recita in latino il prologo di un’opera di Plauto, contribuendo con ciò a realizzare una vera esperienza immersiva.
All’epoca il Teatro costituiva uno dei centri focali intorno ai quali si articolava la vita pubblica a cui tutti potevano in qualche modo accedere, uno spazio dove era percepibile la forte energia della città, densa di vita, di cultura, di partecipazione.
Ed è straordinario come quella stessa energia, quella stessa vocazione alla cultura alla vita e alla partecipazione si respiri ancora oggi camminando lungo la passerella trasparente che sovrasta le gradinate di quello che fu una delle meraviglie di Mediolanum.
E’ possibile prenotare una visita scrivendo a teatroromano@mi.camcom.it o telefonando al numero 0285154378 (orari d’ufficio)
Testo: Maria Mele
Foto: provenienza Camera di Commercio Monza Brianza Milano Lodi
Articolo originale su Milano al quadrato