L’action painter monselicense Roberto Tresin racconta la propria arte

Di: Chiara Tomasella

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Roberto Tresin, classe 1960, ha come primo strumento al servizio della propria arte l’innata capacità di dare forma e colore alle proprie emozioni, che riversa su tela come anche nella scrittura poetica. Fra poco più di un mese, il primo weekend di giugno, verrà presentato il suo terzo libro di versi, dal titolo “Le emozioni non hanno identità”: si tratta di una raccolta di 45 componimenti accostati ciascuno al dettaglio di un quadro, fotografato a distanza ravvicinata e rappresentato nella sua materialità, tanto da mostrare a volte i contorni delle singole gocce di colore cadute sulla sua superficie. Tempere e sentimenti si intrecciano così su uno sfondo di carta lucida, offrendo al lettore una vivida immagine dell’autore di quest’opera composita, fatta di intime riflessioni e di accesi slanci d’ispirazione artistica.

L’ultima mostra

Di recente, la sala dell’ex Pescheria di Este ha ospitato una personale di Roberto, in cui l’artista ha raccolto opere realizzate negli ultimi vent’anni: si tratta di quadri di “action painting”, o pittura d’azione, una modalità espressiva in cui niente è pianificato o predisposto in anticipo, ma realizzato al momento, assecondando uno stato d’animo e una visione estemporanea dell’accostamento tra le tinte, delle proporzioni, delle forme. Nel corso della vernissage, tenutasi il primo d’aprile, l’artista ha realizzato due quadri in diretta streaming, raccontando agli spettatori presenti in sala e connessi online il processo creativo in atto; una delle due realizzazioni, in particolare, ha preso avvio come omaggio ad Emilio Vedova, grande figura del Novecento di cui v’invitiamo ad approfondire la biografia.

Approfondire Vedova significa approfondire anche Tresin, che dall’artista veneziano ha tratto insegnamento per poi personalizzare il proprio stile

L’opinione dei visitatori

Uno degli oggetti più sottovalutati all’interno di musei e gallerie è il quaderno spesso lasciato a disposizione dei visitatori da conservatori e curatori: per esperienza diretta, posso assicurare che questo strumento di interazione fra il turista/ospite e chi si è occupato di un allestimento o ha materialmente realizzato le opere in esposizione viene effettivamente consultato, sfogliato e utilizzato attivamente per capire in che cosa migliorare o su che cosa puntare per la buona riuscita di un successivo evento.

“A volte evadere dalla realtà e dallo stress delle nostre responsabilità è fondamentale. Un dipinto può rappresentare una porta verso i propri sogni o lo stimolo di cui si ha bisogno per perdersi nella pura immaginazione”.

Camilla

È dunque interessante mettere in luce anche questo lato di un’esposizione, dando rilievo a ciò che avviene subito dopo la chiusura di una mostra, per capire se il messaggio che si voleva trasmettere è riuscito a farsi strada tra il pubblico: in questo caso, i commenti raccolti dall’artista fanno proprio pensare che sì, l’obiettivo sia stato raggiunto appieno.

“Vedere una performance live è stata un’esperienza indimenticabile. Siamo abituati a vedere il lavoro di un’artista solo una volta giunto al termine, mentre poter assistere alla creazione di un’opera è come sbirciare oltre una porta aperta, entrarci ed essere coinvolti nel mondo dell’autore”.

Giorgia

“Giochi di colori che si rincorrono e si incrociano quasi a formare un percorso, altri che roteano quasi a formare un girotondo: un’armonia insieme sobria e vivace. Ai miei occhi è arrivata tutta la sensibilità artistica di Roberto”.

Ornella

Vi invitiamo dunque a seguire Roberto su Instagram, Facebook e soprattutto dal vivo, partecipando alle attività sul territorio e lasciando a vostra volta una testimonianza sul suo lavoro: sarà sempre conservata con cura.

Immagine di copertina di Chiara Tomasella