Metti un bambino oncologico e un uomo paraplegico seduti l’uno accanto all’altro e ne trarrai una grande lezione di vita
Di: Samuela Piccoli
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Pasquetta 2023 una bella giornata di sole e come sempre un’ottima occasione per riunirsi insieme agli amici e mangiare qualcosa insieme, non contenti delle abbuffate di Pasqua. Non tutti si conoscono eppure nel tepore di una giornata quasi primaverile le persone chiacchierano, fanno conoscenza e entrano per un attimo nella vita degli altri. Tra loro ci sono anche Paolo, un uomo di 51 anni e un bambino di 10 anni di nome Ali. Due anime speciali perché nonostante le difficoltà non hanno perso il sorriso e continuano a credere nella vita e nelle sue possibilità.
La storia di Paolo
Paolo ha perso l’uso delle gambe a 22 anni, nel 1994, durante un lancio col paracadute. Nonostante l’incidente, è stato il primo paraplegico in Italia ad ottenere tutte le licenze di volo: sportiva, privata e commerciale. Ha ottenuto tutti i brevetti negli Stati Uniti convertendoli, successivamente, al suo rientro in Italia. È anche un abile istruttore che ha fondato l’associazione “Ali per tutti” per permettere anche ai diversamente abili di poter guidare gli ultraleggeri o aerei di aviazione generale con modifiche strutturali. Infatti ha trasformato la scuola di volo di Boscomantico, in provincia di Verona, nella prima che rilascia brevetti a piloti disabili.
Nonostante il grave incidente, Paolo non si dà per vinto: inizialmente lavora in banca, poi diventa sub in Egitto conseguendo tutte le qualifiche e, successivamente, si trasferisce negli Stati Uniti per ottenere le licenze di volo. “In volo si prova un senso di libertà, ma anche un senso di realizzazione, ciò che mi ha spinto ad andare avanti è stato il desiderio di realizzarmi come pilota, percorso che pensavo si fosse interrotto il 5 giugno del 1994 quando ebbi l’incidente”- racconta Paolo. La sua attività è stata premiata dal Presidente della Repubblica Mattarella che gli ha conferito l’onorificenza al merito della Repubblica per il suo lavoro di integrazione nel mondo dell’aviazione. Paolo è sposato con Sonja e ha due figli.
La storia di Ali
Ali è un bimbo di appena 10 anni che da tre combatte contro un cancro partito dapprima dai reni che, successivamente, si è esteso anche ai polmoni. La famiglia scopre tutto nel 2020 e inizia il suo lungo percorso di cura presso l’ospedale di Padova dove il bimbo incomincia le chemioterapie. Perde i capelli, ma non la sua voglia di vivere e alla domanda come stai risponde sempre. “Sto bene”. Nel luglio del 2021 sembra che il male sia sconfitto, ma, purtroppo quasi un anno dopo, una recidiva fa ripiombare la famiglia nel baratro.
Il tumore ha intaccato i polmoni e, nonostante le chemio, sembra ci siano poche aspettative. Una cura sperimentale riaccende un minimo di speranza nei genitori e in tutte le persone legate alla famiglia. Ali ora è affaticato, stanco, non ha più energie per fare quello che tutti i bambini della sua età fanno. Si può rimanere indifferenti al dolore degli amici o delle persone che fanno parte del tuo cammino di vita da lungo tempo? Credo sia impossibile non gioire delle piccole conquiste e non mantenere una fiducia incrollabile nell’umano ma anche nel divino. Ma cos’hanno in comune quest’uomo e questo bimbo?
Le conversazioni di Ali e Paolo
Ali è rimasto a lungo seduto con noi, non aveva molta voglia di andare a giocare e il suo sguardo vagava nel parco giochi sottostante dove altri bimbi più piccoli stavano correndo. Stavamo chiacchierando tutti insieme quando Paolo si è avvicinato e ha cominciato a rivolgere alcune domande al bimbo che, spesso, rifuggiva il suo sguardo. Paolo gli ha chiesto di volare con lui, gli ha proposto un giro in aereo con i suoi genitori per fargli vedere le bellezze di Verona dall’alto. Ancor di più, per fargli trascorrere una giornata diversa dalle solite che ormai scorrono tutte uguali tra ospedali, cure e visite. Paolo voleva che le risposte di Ali arrivassero guardandolo fisso negli occhi come se gli stesse dicendo “Io non solo ti vedo, ma ti osservo nel profondo e so cosa stai passando perché, in qualche modo, ci sono passato anch’io”.
In quel momento ho capito ciò che avevano in comune ossia la sofferenza e la grande voglia di superarla. Solo Paolo poteva permettersi di dirgli: “Guardami negli occhi, non sopporto le persone che non mi guardano in faccia mi si chiude la vena” nessun altro si sarebbe permesso probabilmente di parlargli così. Paolo poteva e l’ha fatto e in quel momento ho pensato che i veri dis-abili siamo noi, noi che spesso non riusciamo a metterci nei panni degli altri e a capire le vere esigenze di chi sta male.
E proprio ieri, 25 aprile, Ali e la sua famiglia hanno potuto realizzare il sogno di volare. Paolo li ha fatti sorvolare il lago di Garda e l’entroterra veronese facendo sentire Ali il vero pilota del volo. Una giornata piena di emozioni per tutti e di grande gioia per Paolo e Ali.
“Io Ti Vedo“
Nel film Avatar di J. Cameron la frase “io ti vedo” detta da un Na’vi significa: “Hai toccato i miei sensi sin nel profondo, vedo che tu esisti, e non tento di trasformarti in qualcosa di simile a me, ma vengo ad incontrarti nel tuo territorio.” Forse per vedere davvero qualcosa bisognerebbe farlo col cuore e non solo con gli occhi perché “l’essenziale è invisibile agli occhi”.